Monte Cappello del Prete (2013 m)
passando per Monte Ferrucci (2005 m), Monte Mare (2020 m) e Monte Marrone (1805 m)
Gruppo dei Monti della Meta Catena delle Mainarde
DIRETTORI D’ESCURSIONE
Pasquale Iadicicco 366 463 7643 – Alessandro Addeo 366 263 7547
DIFFICOLTA’: EE
DISLIVELLO +: 1.300 m – LUNGHEZZA: 13 km – DURATA: 8 h (soste escluse)
APPUNTAMENTO: Uscita del casello Autostradale di Caserta NORD da concordare telefonicamente con i direttori d’escursione.
ADESIONI: Dovranno pervenire ai direttori d’escursione entro e non oltre le ore 20.00 di Venerdì 29 Aprile 2022
COMUNICAZIONI: Sarà realizzato un gruppo WhatsApp con il titolo “Le Mainarde” nel quale saranno inseriti i soci partecipanti al fine di migliorare la comunicazione tra i medesimi ed inerente solo ed esclusivamente tematiche riguardante il territorio oggetto dell’escursione e cioè i gruppi montuosi della Meta-Catena delle Mainarde gli argomenti strettamente attinenti.
LE MAINARDE
L’ultima propaggine del Parco Nazionale Abruzzo, Lazio e Molise, nel punto d’unione delle tre regioni, forma un angolo abbastanza conosciuto alla maggior parte degli escursionisti e precisamente la catena delle Mainarde caratterizzate da natura calcarea con verdi praterie d’altura e sorgenti. Il gruppo montuoso ha uno sviluppo da Nord-Ovest a Sud-Est e parte dal Passo dei Monaci 1967 m (ai piedi del Monte la Meta) con cime che spesso superano i 2000 metri: la Metuccia 2105 m, Monte a Mare 2160 m, Cima a Mare 2014 m, Coste dell’Altare 2075 m, Cappello del Prete 2013 m, Monte Cavallo 2093 m, Monte Forcellone 2030 m, Monte Mare 2020 m, Monte Ferruccia 2005 m e Monte Marrone 1805 m. Le ultime 3 cime(evidenziate ) sono state testimoni di una battaglia avvenuta il 31 Marzo 1944 tra il Corpo Italiano di Liberazione e reparti tedeschi.
DESCRIZIONE DELL’ITINERARIO:
A partire dal centro abitato di Castelnuovo al Volturno si seguono le indicazioni turistiche per il “Monumento Nazionale ai Caduti” (dove faremo anche una piccola tappa) e si prosegue per la località Santa Lucia percorrendo una strada asfaltata per circa 6 km fino ad arrivare ad un parcheggio sterrato sulla destra con annessa area attrezzata per pic-nic dotata di una fonte/abbeveratoio in pietra (quota 1000 mt slm circa) Il percorso inizia sulla strada asfaltata che costeggia il parcheggio e, dopo pochi metri, diventa una comoda ed ampia mulattiera che risale la faggeta di Colle Rotondo. Il percorso si snoda per la maggior parte attraverso boschi di faggio dove si nota la presenza di alcuni esemplari ultrasecolari bellissimi. A quota 1.740 mt circa si arriva al Passo della Montagnola con sbocco su un ampio pianoro, dal quale si osservano sulla sinistra la lunga cresta formata dai Monti Ferruccia e Monte Mare e sulla destra la vetta del Monte Marrone(su quest’ultimo ci andremo dopo la discesa dal monte Cappello del Prete) sulla cui sommità è stata eretta una grande croce Metallica sormontata da una grande aquila di bronzo con inciso il motto “tût per l’Italia” ricordando l’impresa del Battaglione Alpino Piemonte.
Dall’ampio pianoro ci dirigeremo in salita vero il monte Ferruccia per transitare in progressione sul monte Mare dal quale scenderemo al sottostante valico chiamato Passo della Tagliola, a quota 1790 circa per poi salire sul Monte Cappello del Prete percorrendo il sentiero Cai N 2- . La vista panoramica spazierà su tutta la catena delle Mainarde, ovvero, il Monte Mare, la Metuccia, il Monte Ferruccia, il Monte La Meta, e poi a seguire il Monte Greco, il Monte Marsicano Est, il lago di San Vincenzo al Volturno ecc; La bellezza del panorama che si osserva è veramente notevole.
CURIOSITA’: LINEA GUSTAV del Monte Marrone
La battaglia di Monte Marrone il 31 marzo 1944 vide in combattimento il Corpo Italiano di Liberazione, comandato dal generale Umberto Utili nelle vicinanze di Cassino. Nell’episodio reparti italiani appoggiati da unità marocchine operanti nelle vicinanze cercarono di costringere i tedeschi ad abbandonare monte Marrone e monte Mare, due alture della catena delle Mainarde. La battaglia fu una tappa della guerra di liberazione italiana. L’attacco alla cima alta 1806 mt fu sferrato in piena notte il 31 marzo dagli alpini italiani che con un colpo di mano la occuparono. Col Corpo Italiano di Liberazione (C.I.L.) erano schierati elementi del 3º Reggimento bersaglieri, precisamente il XXIX e XXXIII battaglione e la prima compagnia motociclisti del C.I.L. che nell’occasione guadagnarono una Medaglia d’argento al valor militare conferita al battaglione Goito; inoltre il Battaglione alpini “Piemonte” e i paracadutisti della Divisione paracadutisti “Nembo”, vennero impegnati nella battaglia; gli alpini raggiunsero l’obiettivo mentre i paracadutisti non riuscirono a scalzare i reparti tedeschi dalla vetta. I tedeschi il 2 aprile fecero una puntata esplorativa che si arrestò comunque ad 800 m dalle linee italiane, e il giorno dopo alle 5:30 iniziarono un attacco in forze, respinti dal fuoco degli italiani e dai campi minati posti a protezione delle loro linee; un nuovo attacco venne tentato il 10 aprile con tre battaglioni di Gebisgsjaeger (i reparti alpini tedeschi), uno dei quali riuscì a penetrare nelle linee italiane dando luogo ad una serie di corpo a corpo nelle trincee e minacciando di scalzare gli italiani dalla vetta, ma una nuova compagnia di alpini di rinforzo scongiurò il pericolo; il fuoco dell’artiglieria impedì l’afflusso di rinforzi tedeschi e gli italiani poterono riconquistare le postazioni cadute in mani avversarie. Su questa montagna è vissuto da Eremita il pittore francese Charles Lucien Moulin (lavoro’ con il grande Matisse) e definì il Monte Marrone una “roccia a picco sull’infinito”. Nei pressi della vetta esiste ancora la sua ”capanna” dove ha vissuto ed alla quale poi faremo una tappa per visitarla quando alla fine del giro arriveremo in vetta al monte Marrone.
ATTREZZATURA: bastoncini, carta da escursionismo, abbigliamento specifico, scarponi DA TREKKING, pranzo al sacco, occhiali e crema da sole, telo in alluminio termico e lampadina frontale, mantella antipioggia.
Il percorso si snoda su sentieri o tracce su terreno impervio e infido (pendii ripidi e/o scivolosi di erba, o misti di rocce ed erba, o di roccia e detriti). Terreno vario, a quote relativamente elevate (pietraie, brevi nevai non ripidi, pendii aperti senza punti di riferimento, ecc.). Tratti rocciosi, con lievi difficoltà tecniche , pertanto necessitano buone scarpe da trekking con suola vibram, bastoncini telescopici…ecc. oltre AD UN BUON ALLENAMENTO FISICO. SI RACCOMANDA UNA BUONA SCORTA DI ACQUA DUE LITRI.
PUNTI D’ACQUA: Luogo ove si parcheggiano le auto.
NORME DI COMPORTAMENTO DEI PARTECIPANTI:
L’escursionista deve saper valutare se la sua preparazione fisica attuale sia tale da poter affrontare agevolmente le Difficoltà esplicitate dal direttore /dai direttori nella presentazione dell’evento;
-La partecipazione alle escursioni implica, da parte degli escursionisti, l’osservanza scrupolosa delle disposizioni del direttore/dei direttori di escursione, evitando di abbandonare il gruppo, seguire scorciatoie, cambiare itinerario o effettuare soste non motivate e non autorizzate.
L’escursionista è tenuto a collaborare con il direttore/i direttori di escursione per la buona riuscita dell’evento e, ad essere solidale con tutti i componenti del gruppo offrendo la massima collaborazione in caso di sopravvenute difficoltà;
-chi per qualsiasi motivo dovesse fermarsi deve avvertire chi chiude la fila per dar la possibilità al medesimo di attenderlo-
-non si lasciano rifiuti in giro-
-per preparare una escursione il lavoro è tanto, quindi durante il cammino seguire le indicazioni di D.E. serve ad evitare inconvenienti che possono rallentare gli obiettivi del programma di giornata.
NOTA SULLA DIFFICOLTA’ EE– per Escursionisti Esperti- DA LEGGERE ATTENTAMENTE
Si tratta di itinerari generalmente segnalati ma che implicano una capacità di muoversi su terreni particolari. Sentieri o tracce su terreno impervio e infido (pendii ripidi e/o scivolosi di erba, o misti di rocce ed erba, o di roccia e detriti). Terreno vario, a quote relativamente elevate (pietraie, brevi nevai non ripidi, pendii aperti senza punti di riferimento, ecc.). Tratti rocciosi, con lievi difficoltà tecniche (percorsi attrezzati, vie ferrate fra quelle di minore impegno). Rimangono invece esclusi i percorsi su ghiacciai, anche se pianeggianti e/o all’apparenza senza crepacci (perché il loro attraversamento richiederebbe l’uso della corda e della piccozza, nonché la conoscenza delle relative manovre di assicurazione. Necessitano: esperienza di montagna in generale e buona conoscenza dell’ambiente alpino; passo sicuro e assenza di vertigini; equipaggiamento, attrezzatura e preparazione fisica adeguate. Per i percorsi attrezzati è inoltre necessario conoscere l’uso dei dispositivi di autoassicurazione (moschettoni, dissipatore, imbragatura, cordini).
AVVERTENZE:
a) I direttori di escursione si riservano di modificare in parte l’itinerario in caso di condizioni meteo avverse o di condizioni del sentiero e capacità dei partecipanti tali da impedire la conclusione dell’escursione nei tempi prefissati.
b) Gli accompagnatori per la loro responsabilità si riservano di escludere dalla propria escursione i partecipanti non adeguatamente attrezzati e allenati.
c) All’escursione possono partecipare solo i soci CAI.
d) Durante l’escursione è necessario adottare il comportamento del buon padre di famiglia e se per qualsiasi ragione bisogna fermarsi è necessario avvertire il direttore d’escursione.
e) Si ricorda che è necessario essere dotati di Green Pass BASE per accedere a tutti i luoghi al chiuso ove è previsto.