Escursione 7 ottobre

Escursione 7 ottobre

Sabato 7 ottobre 2017
Campi Flegrei
Complesso Vulcanico del Monte Gauro:
Monte Barbaro – Monte Sant’Angelo – Monte Corvara
Località: Pozzuoli (NA)

DIRETTORE DI ESCURSIONE:
Riccardo BALLO cell. 331 3237166

Appuntamento con auto proprie alle ore 07:30 in prossimità dell’ospedale S. Leonardo di Castellammare di Stabia o anche alle ore 08:00 presso il distributore Tamoil sulla Tangenziale di Napoli subito prima dell’uscita nr. 12 “Pozzuoli via Campana”.

Per raggiungere il punto di partenza dell’escursione: uscita Tangenziale di Napoli nr. 12 “Pozzuoli via Campana”, immettersi sulla rotatoria prendendo la prima a destra imboccando così via Campiglione che si percorre per circa 2 km per poi svoltare a sinistra, in corrispondenza della segnaletica orizzontale posta sulla carreggiata (zebre), in direzione del Carney Park. La strada prosegue in salita fino al bivio (porta di Campiglione) dove, continuando a sinistra, dopo pochi metri, si giunge all’ingresso del Carney Park, vigilato da militari italiani ed in forza all’AFSOUTH, mentre a destra si arriva ad un varco secondario della base; da qui proseguendo ancora a destra, lungo la stretta strada asfaltata in salita, si raggiunge l’inizio del sentiero che si inerpica lungo il versante orientale del cratere del Gauro. Preferibile parcheggiare le auto all’altezza del bivio sul lato sinistro.

Necessaria la prenotazione per ottimizzare l’utilizzo delle autovetture e per concordare eventuali variazioni sul programma.

 

 

 

 

 

Percorso A: Porta di Campiglione (110 m) – Monte Corvara (320 m) – Monte Sant’Angelo (310 m) – Monte Barbaro (335 m) – Porta di Campiglione (110 m).

 

Dislivello: 235 m;
Durata: 04.00 inclusa sosta pranzo;
Difficoltà E.

 

Cenni storici e note geoambientali:

Il Monte Gauro con le sue tre cime del Monte Barbaro (335 m) a sud, del Monte Sant’Angelo (310 m) a nord e del Monte Corvara (320 m) ad est, costituisce l’edificio vulcanico più elevato dei Campi Flegrei, da qui il suo nome, di origine greca, che significa appunto imponente, maestoso, e si colloca al centro di quest’area tra il comune di Pozzuoli ed il Lago d’Averno.
La sua formazione risale al secondo periodo geologico dei Campi Flegrei (fra 35.000 e 10.500 anni fa).
Come tutte le altre bocche eruttive della caldera vulcanica dei Campi Flegrei può essere definito un vulcano attivo in fase di quiescenza.
Il Monte Gauro è formato prevalentemente da tufo giallo, ricoperto da tufo grigio proveniente da eruzioni successive, e da scorie laviche e presenta un diametro alla base (Campiglione 110 m) di 750 m, mentre, in corrispondenza dell’orlo del cratere, il diametro è di 1.600 m e culmina a sud nel Monte Barbaro (335 m).
Questo massiccio tufaceo è caratterizzato da una folta vegetazione; sono infatti presenti alcune delle specie più diffuse della macchia mediterranea, in particolare il cisto, il lentisco ed il mirto, mentre il versante nord è ricoperto da un fitto castagneto. Tali condizioni, unitamente alla posizione geografica, fanno si che il sito rappresenti un importante punto di riferimento per molti uccelli migratori provenienti dall’Africa.
In epoca romana il territorio era molto apprezzato per la sua fertilità, in particolare per la produzione di eccellenti vini, soprattutto del Falerno, che veniva esportato in tutto l’impero: il “Falernus Gauranus” viene infatti menzionato da molti autori latini, tra cui Stazio, Giovenale e lo stesso Plinio. Questa tradizione fu comunque conservata anche nel corso del medioevo attraverso lo sviluppo di nuove coltivazioni, altrettanto rinomate, come la Falanghina ed il Piedirosso.
Da ricordare anche che, nel 343 a.C., presso il monte Gauro, fu combattuta la prima delle battaglie che si svolsero nel corso della prima guerra sannitica. I romani, comandati dal console Marco Valerio Corvo, ottennero una importante vittoria sui sanniti; per effetto di questa vittoria ebbe infatti inizio la progressiva espansione territoriale di Roma, che la porterà successivamente al controllo dell’intera Italia peninsulare.

Descrizione itinerario:

L’escursione ha inizio incamminandosi lungo la stretta strada asfaltata in salita posta di fianco al varco secondario del Carney Park; di li a breve si incrocia l’inizio del sentiero che si snoda lungo il costone tufaceo fino a raggiungere la sommità del versante orientale, il Monte Corvara (320 m);
da questo punto la vista spazia a 360°: dal Vesuvio alla Penisola Sorrentina e Capri, dal Cratere degli Astroni a Monte Nuovo ed all’intera area flegrea, fino ad Ischia e Procida. Si prosegue quindi alla volta del versante nord del cratere che culmina con Monte Sant’Angelo su cui si erge la Chiesetta, incorporata in una masseria, dedicata all’ Arcangelo San Michele, risalente al XIV secolo, voluta Roberto D’Angiò (1277-1343). In seguito l’intero complesso fu donato alle Clarisse del Monastero di Santa Chiara di Napoli, che già dal 1313 erano proprietarie del Monte Sant’Angelo e di alcuni territori circostanti, e venne poi interamente ricostruito a causa dei gravi danni riportati con l’eruzione di Monte Nuovo (1538). Il panorama anche da questa angolazione resta particolarmente suggestivo: dal Golfo di Pozzuoli ad Ischia, da Cuma e dal Golfo di Gaeta alla pianura campana fino al Monte Massico. L’escursione continua quindi in direzione sud, verso il Monte Barbaro (335 m), conosciuto anche come Monte di Cristo o del Salvatore per la presenza sulla sommità di una Chiesa dedicata al Cristo Salvatore (XI secolo) di cui restano ancora i ruderi. Dal Monte Barbaro (335 m) ha poi inizio la discesa verso Porta di Campiglione (110 m) per riprendere le auto.

Punti critici, vie di fuga e punti d’acqua:

il percorso non presenta particolari difficoltà ma è caratterizzato da continui saliscendi e da tratti in forte pendenza; in caso di piaggia si dovrà prestare particolare attenzione per il probabile smottamento del terreno. Approvvigionamento d’acqua anche presso il Bar “La Sosta” a pochi metri dall’uscita dalla Tangenziale a destra.

 

EQUIPAGGIAMENTO NECESSARIO: Scarponi da montagna, abbigliamento escursionistico “a strati”, giacca a vento e/o mantellina antipioggia, pranzo a sacco, acqua.

A V V E R T E N Z E
a) Il direttore di escursione si riserva di modificare in parte l’itinerario in caso di condizioni meteo avverse o di condizioni del sentiero e capacità dei partecipanti tali da impedire la conclusione dell’escursione nei tempi prefissati.

b) Gli accompagnatori per la loro responsabilità si riservano di escludere dalla propria escursione i partecipanti non adeguatamente attrezzati e allenati.

CONDIZIONI FISICHE:
Si richiede buona preparazione fisica e senso di responsabilità a ciascuno dei partecipanti.

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