1° Corso di Escursionismo Base – E1 – 2025
Domenica 23 marzo 2025
Recupero delle uscite in ambiente programmate per le sessioni 2 e 3 del Corso
rinviate per condizioni meteo non favorevoli
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Monti Lattari
Piazzale dei Capi (1034 m) – Acqua Santa (1250 m) – Molare (1444 m) – Croce della Conocchia (1387 m) – Casa del Monaco (1140 m) – Pian del Pero (1150 m) – Piazzale dei Capi (1034 m)
DIRETTORI DI ESCURSIONE:
AE Nino Mastellone cell. 328 6142798
ASE Stefania Bressan cell. 348 8452442
ASE Enzo Vista cell. 392 6206007
ASE Riccardo Ballo cell. 331 3237166
Tipologia: ad anello
Difficoltà: EE
Distanza percorsa (km): 11 km
Durata (h): 5 h
Dislivello + (m): 400
Dislivello – (m) –
Logistica: Appuntamento con auto proprie alle ore 08:30 al Belvedere di Monte Faito (Piazzale dei Capi).
Equipaggiamento e dotazioni personali: scarponi da montagna, abbigliamento escursionistico “a strati”, bastoncini telescopici (consigliati), torcia, mantellina per la pioggia, acqua, spuntino e pranzo al sacco.
Percorso A: Piazzale dei Capi (1034), Acqua Santa (1250 m) – Molare (1444 m) – Croce della Conocchia (1387 m) – Casa del Monaco (1140 m) – Pian del Pero (1150 m) – Piazzale dei Capi (1034 m).
Descrizione itinerario: Dal piazzale dei Capi (1034) si prosegue verso la stazione della funivia (1102) e poi lungo il sentiero di cresta del Faito fino a raggiungere “il Castellone” (1233), il piazzale posto di poco al di sotto del Santuario di San Michele Arcangelo, da dove si diparte il sentiero CAI 350 per il Monte San Michele (1444). Va ricordato che, proprio la sezione CAI di Castellammare di Stabia, in collaborazione con la diocesi di Castellammare-Sorrento, ha già da qualche anno ripristinato quel pellegrinaggio, che fin dal medioevo si svolgeva sul Monte Faito, lungo il percorso che conduceva i pellegrini sulla vetta del Monte San Michele (1444) (Monte Sant’Angelo a Tre Pizzi), ove sorgeva un piccolo romitorio, dedicato al culto di San Michele Arcangelo, probabilmente nello stesso luogo di un precedente tempio pagano. Il pellegrinaggio, che si svolgeva a cavallo tra l’ultimo giorno di luglio ed il primo giorno di agosto, consentiva, tra l’altro, ai pellegrini, di trarre beneficio dal refrigerio dei boschi nel periodo più caldo dell’anno. Lungo lo stesso sentiero si raggiunge la sorgente dell’Acqua Santa, una sorgente carsica così chiamata perché la leggenda locale vuole che a far sgorgare l’acqua dalla roccia sia stato lo stesso San Michele con un colpo di lancia. L’acqua sgorga da una parete di roccia, ricca di felci e caratterizzata da due rari endemismi, la Lonicera Stabiana, un caprifoglio che nel mondo cresce solamente sui Monti Lattari (endemismo puntiforme), e l’ ”Erba unta Amalfitana” (Pinguicula hirtiflora), l’unica pianta carnivora del Parco dei Lattari, una piccola erba perenne che la selezione naturale ha adattato alla “caccia agli insetti”. Dalla fresca radura dell’Acqua Santa si continua tra i faggi, su sentiero via via più ripido fino alla base del Molare che, coi suoi 1444 metri, rappresenta la cima più alta dei Monti Lattari. La salita alla vetta del Molare (1444) richiede 15 minuti circa e presenta tratti sconnessi, per cui è necessario procedere con prudenza. Dalla vetta il panorama spazia su entrambi i golfi (di Napoli e di Salerno) e verso l’intera dorsale della Penisola Sorrentina, fino all’isola di Capri. Con attenzione si scende dalla vetta del Molare e si torna indietro fino all’intersezione da dove si prosegue in direzione della Croce della Conocchia (1387 m) dove è prevista la sosta per consumare la colazione a sacco. Si continua in discesa, sul versante opposto, su un sentiero accidentato, fino a raggiungere una nuova biforcazione, in corrispondenza della quale si svolta bruscamente a destra per immettersi nuovamente nella faggeta, arrivando così prima alla Casa del Monaco (1140) e quindi al Pian del Pero (1150), dove in passato era attivo un galoppatoio. Da questo punto è possibile tornare al Piazzale dei Capi (1034) percorrendo la strada asfaltata oppure imboccando sulla sinistra, il sentiero CAI 338b dei Faggi Secolari, così denominato per la presenza di alcuni esemplari di faggio tra i più longevi dell’Appennino. Questi alberi bordano le antiche neviere, le fosse dove, un tempo, nel periodo invernale, veniva ammassata la neve caduta sul Faito. Nei mesi estivi, la neve veniva cavata e trasportata in blocchi ai porti di Vico Equense e Castellammare di Stabia per essere venduta a Napoli. Nei pressi della sorgente della Lontra (1020), sulla strada asfaltata, si prende a destra fino a raggiungere il piazzale dei Capi (1034), lo spettacolare punto panoramico da dove è iniziata l’escursione, sospeso tra i due golfi.
A V V E R T E N Z E
I direttori di escursione si riservano di modificare in parte l’itinerario in caso di condizioni meteoavverse o di condizioni dei sentieri che possano impedire la conclusione dell’escursione nei tempi prefissati o, ancora, per sopravvenute esigenze organizzative.