Domenica 8 Novembre 2015
“Monti Lattari – Da Agerola a Santa Maria ai Monti (mt. 1.039) “
difficoltà: E
Direttore di escursione:
Liborio Liguori (3406667259)
Appuntamento, con mezzi propri, in Viale delle Puglie – di fronte al Centro Laser – Castellammare di Stabia alle ore 8.20 oppure ad Agerola – uscita Traforo – ore 9.
DURATA ESCURSIONE: 5 ore circa escluse le soste. Escursione AR (andata e ritorno).
DISLIVELLO: 400 metri circa.
EQUIPAGGIAMENTO NECESSARIO: Scarponi da montagna, abbigliamento escursionistico “a strati” giacca a vento o mantellina antipioggia, bastoncini telescopici e acqua.
DESCRIZIONE DELL’ITINERARIO:
L’escursione inizia in prossimità del traforo di Agevola, località Palombelle. Qui si imbocca il sentiero CAI che ci condurrà, dopo una salita di circa 40 minuti, sulla cresta del Colle S. Angelo. A questo punto ci si immette sull’Alta Via dei Monti Lattari – sentiero 300 – che percorreremo in direzione est fino all’altezza dell’Acqua del Vrecciaro. Di qui ci immetteremo sul sentiero CAI 301 che attraversa il suggestivo Piano del Ceraso delimitato a Nord dal Monte Candelotto e a sud-est dal Monte Rotondo. Dopo poco tempo, ci ritroveremo in contrada Santa Maria ai Monti, tra pianori ammorbiti dai colori autunnali ed ampio panorama sulla costieraAmalfitana.
Notizie storico naturalistiche su Santa Maria ai Monti, tratte da un mio articolo pubblicato nel 2009 sull’Opinione di Stabia:
“A questo punto mi dilungherò un po’ sul tema relativo al fascino ed alla attrattiva che questa località (Santa Maria ai Monti) ha rappresentato e tuttora rappresenta per la città di Gragnano, pur appartenendo geograficamente al territorio del comune di Scala. Già il suo nome, con le identiche consonanti iniziale della emme nella seconda e terza parola raccoglie in sé un suono bello ed armonioso che fa presagire alla mente il paesaggio calmo ed idilliaco che contraddistingue i diversi pianori che si trovano in quella zona dei Lattari intorno a quota mille.
Tra essi cito il piano del Megano, i piani di Sant’Erasmo ed il piano del Ceraso proprio nei pressi del rifugio di Santa Maria ai Monti. I colori e la vegetazione di questi pianori, a volte, assumono un aspetto quasi esotico, tanto che alcuni escursionisti russi che, in passato, li hanno percorsi insieme a noi ,hanno ritrovato in essi un aspetto familiare della loro terra.
Credo che a volte, inconsciamente, le persone che vivono in alcuni paesi del nostro circondario si tramandino, di generazione in generazione, la predilezione verso alcuni luoghi nei confronti dei quali le stesse si sentono irresistibilmente attratti. Ad esempio, gli Stabiesi amano ascendere al Monte Sant’Angelo ai Tre Pizzi quasi sentissero una inconscia reminiscenza della tradizione del millenario pellegrinaggio micaelico. Nei Gragnanesi, invece, credo sia sempre presente, quasi come una invisibile traccia genetica, il ricordo della antica appartenenza, per oltre tre secoli, alla nobile Repubblica di Amalfi e, di conseguenza, la reminiscenza dei molti sentieri che collegavano le città che ne facevano parte. Il più importante di questi sentieri attraversava il pianoro di Santa Maria ai Monti per poi discendere verso Scala ed Amalfi.
Ora, attraverso l’aiuto di vecchie fotografie ritrovate fra dimenticati oggetti di famiglia, cercherò di descrivere alcune escursioni fatte in passato da Gragnano a Santa Maria ai Monti.
Di escursioni fatte da Gragnanesi negli anni trenta dello scorso secolo restano le immagini catturate da pellicole in bianco e nero. Esse raffigurano ragazzi sorridenti con capelli lisci accuratamente pettinati con abbondante brillantina che indossano larghi pantaloni di flanella o pantaloncini corti e larghe camicie con maniche rimboccate .Le ragazze erano abbigliate con larghe gonne abbellite da motivi floreali, con attillati corpetti, mentre la loro capigliatura era caratterizzata da riccioli e boccoli. Altre fotografie di quegli anni coglievano l’attimo in cui esperti cacciatori si concedevano un momento di riposo, con i cani da caccia amorevolmente accarezzati che si trovavano ai loro piedi.
Poi vi furono gli anni bui della guerra e sicuramente gli abitanti di Gragnano ebbero cose più importanti delle escursioni in montagna a cui pensare.
Tuttavia, nell’estate del 1943 avvenne, come noto, lo sbarco degli “Alleati” a Salerno e, dopo poco, truppe inglesi provenienti da Agerola liberarono Gragnano dai Tedeschi. Per dare alloggio al corpo ufficiali, Il comando inglese requisì un antico pastificio ed un palazzo nobiliare. La nuova atmosfera di gioia per la fine di un periodo di sofferenza dovuta ai trascorsi eventi bellici fece instaurare un clima di simpatia ed amicizia fra gli ufficiali inglesi e le famiglie che li ospitavano.
Un’altra fotografia ritrae alcuni di questi militari, unitamente ai loro ospiti, sul pianoro di Santa Maria ai Monti, dove si erano recati in gita. In essa appaiono militari inglesi in divisa, civili in giacca e cravatta e dolci fanciulle elegantemente vestite che ballano al suono di un invisibile grammofono.
Questa immagine potrebbe rappresentare una scena di un surreale e romantico film di Bunuel, se non fosse che la pellicola ha catturato un attimo realmente vissuto che, simbolicamente, segnava anche il passaggio dalla follia della guerra alla leggerezza della vita.
Anche per me sono state numerose le escursioni che mi hanno condotto a Santa Maria ai Monti.Ogni volta ho trovato un paesaggio diverso che poteva presentarsi coperto da un fitto e candidomanto di neve oppure lussureggiante di fiori e colori nella rigogliosa rinascita della nostra primavera. Sicuramente ricordo con grande emozione una escursione di qualche anno fa che prevedeva il percorso Gragnano – Amalfi. Dopo aver lasciato lo stradone per il Megano, imboccammo il bel sentiero che, costeggiando tutto il vallone di Castello, ci avrebbe condotto alluogo chiamato “Acqua del Vrecciaro”.
Come a volte avviene durante una escursione, una piccola distrazione ci indusse ad imboccare un altro sentiero in salita che, infine, ci condusse sulla cima del monte Candelitto, dove nessuno dei componenti del gruppo era mai stato. Tuttavia non ci perdemmo d’animo e, con l’aiuto della bussola, incominciammo a consultare la nostra carta dei Monti Lattari. Stabilita la direzione da seguire ci incamminammo lungo la cresta del monte Candelitto su un sentiero in lenta e dolce discesa che diventava sempre più largo ed agevole. Dopo averlo percorso per circa mezz’ora ed aver goduto della bella vista di tutte le altre cime che chiudono la catena del Lattari in quel luogo, ecco che alla nostra vista appare in lontananza una solitaria costruzione che sorge su un ampio pianoro. A volte accade che il mutamento della prospettiva dalla quale si guarda un paesaggio, lo faccia apparire completamente diverso e sconosciuto ai nostri occhi. Questa fu esattamente la sensazione che provai in quel momento quando, per alcuni secondi, mi chiesi sbalordito quale fosse il luogo che stavo guardando dall’alto.
Ma, subito dopo, alcuni inconfondibili particolari del luogo, come la Madonnina che guarda verso Scala, mi fecero capire che si trattava di Santa Maria ai Monti, luogo al quale stavamo giungendo attraverso un percorso nuovo ed inusuale.”
AVVERTENZA: Il direttore di escursione si riserva di modificare in parte o in tutto l’itinerario in caso di condizioni meteo avverse o di condizioni del sentiero e capacità dei partecipanti tali da impedire la conclusione dell’escursione nei tempi prefissati