Escursione 23 marzo 2025

Escursione 23 marzo 2025

Domenica 23 marzo 2025

COMMISSIONE REGIONALE PER LA TUTELA DELL’AMBIENTE MONTANO

Parco Metropolitano delle Colline di Napoli
Da Soccavo ai Camaldoli e all’Area Botanica “Francesco Luccio”
in collaborazione con l’Associazione “Agrifoglio”
a cura degli operatori TAM

DIFFICOLTA’: T

Direttori: Elvira Cherubini Sez. Castellammare di Stabia 339 4063825; Giuseppe Fortunato Sez. Cava de’ Tirreni; Gianfranca Calenda Sez. Salerno
Leonardo Dell’Annunziata Associazione Agrifoglio
Escursione ARDifficoltà: T – Percorso 5 km
Dislivello: 400 m
Quota massima: 458 m
Durata: 5 ore soste escluse
Equipaggiamento: Scarpe da trekking, bastoncini telescopici, giacca a vento, mantella impermeabile, maglia di pile, guanti, cappello, occhiali da sole, crema protezione UV, ricambio da lasciare in auto.
Colazione al sacco, acqua da portare: almeno 1,5 litri. Lungo il percorso non ci sono punti acqua per l’approvvigionamento.

Trasporti: Auto proprie

Appuntamento: Contattare la Direttrice di escursione.
Iscrizioni entro sabato 22 marzo ore 13.

Descrizione del percorso: L’escursione da Soccavo all’Area Botanica curata dall’Associazione Agrifoglio ai Camaldoli si svolge nel territorio dei Campi Flegrei, nel suo settore orientale, risalendo un versante interno della caldera flegrea e può connotarsi di molteplici contenuti: da quelli geologici e naturalistici a quelli storici e antropologici. La zona ha una forte connotazione geologica evidenziata dalle cave di tufo e di piperno già utilizzate in epoca romana e a cui si deve il toponimo stesso di Soccavo che deriva proprio da sub-cava. Vedremo una spettacolare parete di “breccia museo” e la profonda forra del “Vallone del Verdolino” che taglia in due la collina di Camaldoli, luogo di particolare pregio geologico laddove si possono osservare direttamente le stratificazioni di circa 39.000 anni di eruzioni dei Campi Flegrei: dall’ignimbrite campana al tufo giallo napoletano.
Il sentiero inizia a salire per poi piegare decisamente ad est fino ad intersecare il vecchio sentiero proveniente dalla Masseria Postiglione inerpicandosi lungo la collina superando circa 350-400 m di dislivello dei complessivi 458 m, altezza massima di Camaldoli attraversando una fitta macchia mediterranea caratterizzata da castagni, lecci, roverelle, noccioli e percorsa dal sentiero curato dall’Associazione Agrifoglio. Avremo la possibilità di molteplici osservazioni naturalistico-botaniche con anche diversi tipi di orchidee spontanee. Saliremo poi i gradini scavati anticamente dai monaci nel Tufo Giallo Napoletano, la pietra su cui poggia tutto l’impianto urbano della città di Napoli, per giungere ad un belvedere da cui godremo del magnifico panorama a 180 gradi da est ad ovest che si affaccia sul golfo di Napoli e di Pozzuoli. Proseguiamo e dopo poco arriveremo all’Area Botanica “Francesco Luccio” dove l’Associazione Agrifoglio ha messo a dimora le piante che, a causa dei ripetuti incendi degli anni addietro e recenti, non erano più presenti nella zona come corbezzolo, mirto, lentisco, ginepro, oltre alle numerose specie di piante officinali. Dai vari punti di osservazione attrezzati dall’Associazione, cercheremo di scorgere (se saremo fortunati) qualcuno dei rapaci che nidificano nei costoni tufacei della collina tra cui il falco pellegrino, il gheppio, la poiana e lo sparviero. Potremo proseguire la giornata arrivando fino all’Eremo dei Camaldoli e al suo belvedere da dove i nostri occhi spazieranno fino alle coste laziali e alle isole pontine. Il rientro si svolgerà per la stesso percorso dell’andata.

Cenni sull’Eremo di Camaldoli:
L’eremo si trova sulla sommità della Collina dei Camaldoli, costruito nel 1585 su progetto di Domenico Fontana, fu eretto nel luogo in cui esistevano i ruderi di un’antica cappella, fondata da San Gaudioso nel 439 e dedicata alla Trasfigurazione di Nostro Signore Gesù Cristo. L’Eremo, nell’arco della sua storia, è stato soppresso due volte: la prima per volere di Napoleone, nel 1807; la seconda dai Savoia nel 1866. Nel 1885 l’eremo ritornò ad essere gestito dai Monaci Camaldolesi che lo avevano tenuto per secoli ma dal 2000 l’ampio complesso, completamente ristrutturato, è abitato dalle Suore Brigidine, dell’Ordine del S.S. Salvatore di S. Brigida.

Escursione aperta anche ai NON soci CAI previa assicurazione presso la Sezione con cui ci si prenota.

Gli Accompagnatori CAI si riservano la facoltà insindacabile di escludere le persone non ritenute adeguatamente allenate e/o insufficientemente equipaggiate e di apportare variazioni al percorso in funzione delle condizioni meteorologiche ed ambientali.

 

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