Alpinismo Giovanile: 15 Dicembre

Alpinismo Giovanile: 15 Dicembre

Domenica 15 Dicembre 2013
Monti Lattari:
Punta Campanella e Baia di Jeranto

DIFFICOLTA’: T/E


Direttori di escursione:
Pio Gaeta (335 6339741), Ciro Di Martino  (333 7184174), Cristiano Longobardi (389 1774343)

Appuntamento a Castellammare di Stabia al viale Europa nei pressi Villa Stabia alle 8:30 con auto proprie.

EQUIPAGGIAMENTO: Scarpe da montagna o da ginnastica con le suole scolpite, abbigliamento “a strati” (giubbotto antivento, maglietta, camicia, felpa, mantella impermeabile,  maglia di ricambio), zainetto, cappello, binocolo, macchina fotografica, pranzo a sacco ed acqua.

DURATA ESCURSIONE: 3 ore soste escluse.

ISCRIZIONI: E’ indispensabile comunicare le adesioni dei ragazzi ai direttori di escursione. E’ possibile per i non soci stipulare un’assicurazione giornaliera comunicando al dir. di escursione cognome, nome e data di nascita e versando € 7 per l’assicurazione entro il venerdì precedente.
I ragazzi possono anche essere affidati agli Accompagnatori di Alpinismo Giovanile.
In quest’ultimo caso, il genitore (ovvero il tutore legale) deve far pervenire il modulo di autorizzazione allegato al numero di fax: 36335 6339741.

RISCHI E RESPONSABILITA’: I partecipanti intervenendo alla gita sociale, accettano tali rischi e sollevano da qualsiasi responsabilità la Sezione CAI di Castellammare, i Direttori di gita ed i collaboratori per incidenti ed infortuni che si dovessero verificare durante l’escursione.
DESCRIZIONE DELL’ITINERARIO:
L’escursione ha inizio dalla Piazza Santa Croce di Termini, frazione di Massalubrense che come denota è il nome, è l’ultimo paese della catena dei Monti Lattari prima della sua propaggine estrema: Punta Campanella.
L’itinerario si snoda lungo via Campanella, seguendo il tracciato dell’antica Via di Minerva che un tempo arrivava sino a Stabia. In molti tratti è ancora evidente il basolato romano.(opus lastricatum).

La strada, in alcuni tratti sconnessa si snoda inizialmente lungo una vegetazione tipicamente mediterranea con terrazzamenti prevalentemente coltivati ad ulivi. Gradualmente la macchia mediterranea cede il posto alla “gariga”, associazione fito-climatica caratteristica e molto diffusa nell’ambiente mediterraneo, tipica delle zone aride e rocciose: euforbie, mirto, lentisco, e la Lithodora rosmarinifolia, pianta endemica della Penisola Sorrentina e Capri, dai bellissimi fiori blu. Lungo questa strada si può ammirare la Torre di Fossa Papa, la suggestiva Cala di Mitigliano e l’isola di Capri che ci si mostra con il salto di Tiberio, l’omonima villa e i Faraglioni. Dopo un’oretta di cammino appare alla nostra vista la torre di Punta Campanella e il moderno faro,estrema propaggine della Penisola Sorrentina.

In questo luogo i Greci edificarono un tempio dedicato alla dea Atena, protettrice dei marinai, che secondo Strabone fu edificato dallo stesso Ulisse. Nel 1335 Roberto D’Angio fece erigere sui resti del tempio una torre di avvistamento sulla quale era posta una campana che segnalava, attraverso il suo suono, il sopraggiungere dei pirati. Da qui deriverebbe secondo alcuni studiosi il toponimo di “ punta Campanella”, sebbene un’antica leggenda sorrentina attribuisca la nascita di quel nome alla seguente storia. Si racconta, infatti, che pirati saraceni, dopo aver razziato molti beni nella chiesa di Sant’Antonino, fra i quali vi era una pesante campana, caricarono gli stessi sulla loro nave. Giunti in prossimità del promontorio di Minerva, la loro navigazione fu bloccata da una forza misteriosa. Solo quando la pesante campana di bronzo fu gettata in acqua il sortilegio cessò e gli empi pirati poterono proseguire il viaggio.
In prossimità della Torre, vi è uno stretto passaggio fra incombenti pareti rocciosi che conduce a quel che un tempo,costituiva l’approdo orientale del tempio di Minerva, dove si trova anche una ampia grotta chiamata “Grotta delle Sirene”. Sulla parete rocciosa posta in prossimità della antica scalinata che conduce al mare è scolpita una epigrafe rupestre del II secolo A.C. , scoperta nel 1985 dal prof. Mario Russo. In essa sono menzionati i nomi dei tre magistrati di Minerva che curarono i lavori di costruzione dell’approdo e della scala di levante che conduceva al santuario. Imboccando un sentiero nelle vicinanze, si accede alla suggestiva Baia di Ieranto con la ben conservata Torre di Montalto e con le sue tre punte ( Punta Penna , Punta Montalto e Punta Mortella) che la fanno somigliare ad un rapace. Infatti alcuni studiosi fanno risiedere l’origine etimologica del nome “ Jeranto” nella parola greca “Ierax” che significa appunto rapace, mentre altri la collegano al termine greco “Jeros” che significa “luogo sacro.

Related Images:

Condividi:

2 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *