Alpinismo Giovanile: 12 Giugno

Alpinismo Giovanile: 12 Giugno

Domenica 12 Giugno 2016

Monte S.Angelo a tre pizzi: il Molare (1444m)

Diff.E (qualche tratto esposto)


Direttori di escursione: Pio Gaeta (335 6339741) Ciro Di Martino (333 7184174)

L’appuntamento è a Castellammare di Stabia alle ore 9:15 in piazza Vesuviana a Castellammare di Stabia. Prenderemo la funivia delle 9:35. ATTENZIONE: è obbligatoria la prenotazione entro sabato mattina

EQUIPAGGIAMENTO: Data la natura dell’escursione sono obbligatorie le scarpe da montagna con le suole scolpite, abbigliamento “a strati” (giubbotto antivento, maglietta, camicia, felpa, k-way, maglia di ricambio), zainetto, cappellino, pranzo a sacco e molta acqua (almeno 1,5 litri a testa)

DURATA ESCURSIONE: 5 ore

DESCRIZIONE ESCURSIONE: Il Molare del Faito, con i suoi 14444m domina il Golfo di Napoli e di Salerno.
La cima più alta dei Lattari è famosa anche per aver ospitato il primo santuario di S.Michele, voluto dal nostro patrono S.Catello, nel VI sec DC. La frescura del Faito, consente di fare questa escursione anche in piena estate.

Il sentiero parte dalla stazione della funivia sul M.Faito, prosegue sulla cresta  e passa poco sotto il Santuario di S.Michele. Scende al Castellone, dove si sovrappone al 300 passando per l’Acqua Santa. Al bivio del sentiero 300 tra Molare e Conocchia, il nostro sentiero lascia l’Alta via per dirigersi verso la base del M. S.Michele (Molare), la cima più alta dei M.Lattari. Dal pianoro alla base del Molare sul versante Sud, si prosegue per un sentierino che si inerpica impervio sino alla cima.

FLORA:

La specie arborea più diffusa è il faggio, simbolo della zona: il toponimo Faito designa, infatti, il luogo occupato da questa vasta faggeta ma, tra i faggi, è possibile riconoscere anche l’ontano, il carpino e l’agrifoglio. Da notare la presenza della pianta carnivora pinguicola hirtiflora (Pinguicula hirtiflora Ten) o erba unta amalfitana (http://www.meditflora.com/flora/pinguicula_hirtiflora.htm) Assolutamente di rilievo il caprifoglio di Stabia (Lonicera stabiana Guss. ex Pasquale) un raro endemismo puntiforme. In tutto il pianeta ne esistono solo pochi esemplari che crescono localizzati esclusivamente in poche stazioni del gruppo “Monti Lattari-Penisola Sorrentina” (http://www.meditflora.com/flora/lonicera_stabiana.htm)

FAUNA:

Anche la fauna è molto ricca di specie: lepre, cinghiale, volpe, riccio, talpa, quercino, moscardino, biacco, saettone, vipera, cervone, biscia, donnola, faina e, sebbene molto raro, il tasso. Numerosi i rapaci tra cui il gheppio, la poiana ed il falco pellegrino Numerosi gli anfibi presenti: il rospo comune (bufo bufo), la rana appenninica (Rana italica) e la salamandra pezzata (Salamandra salamandra). Di grande importanza è la presenza  della salamandrina dagli occhiali (Salamandrina terdigitata), anfibio raro ed endemico italiano.

STORIA:

La storia del Molare e quella del santuario di San Michele Arcangelo è strettamente legata alle figure di San Catello e Sant’Antonino: quest’ultimo, scappato dall’abbazia di Montecassino a seguito del saccheggiamento da parte dei longobardi, verso la fine del VI secolo, arrivò a Stabia, dove il vescovo del tempo, Catello, con il quale aveva stretto una profonda amicizia, gli affidò la diocesi, per ritirarsi alla vita contemplativa sul monte Faito, all’epoca chiamato Aureo; poco dopo le parti si invertirono ed Antonino si trasferì sul monte, vivendo in solitudine in una grotta e cibandosi di erbe. Ben presto anche Catello ritornò sul monte, sia per il desiderio di continuare una vita in meditazione, sia per seguire buona parte della popolazione della zona, che a causa delle incursioni longobarde, aveva deciso di rifugiarsi sulle pendici della montagna. Una notte, San Michele arcangelo apparve in sogno ai due santi, ordinando loro la costruzione di una cappella in sua onore: in poco tempo, sulla cima di Monte Sant’Angelo, conosciuto anche con il nome di Molare, fu costruito un primo tempio in legno ed in seguito rifinito con un tetto in piombo, grazie ad una donazione della Santa Sede. Dopo essere stato imprigionato a Roma, in quanto accusato di stregoneria, Catello ritornò nuovamente sul monte per dedicarsi all’ampliamento della chiesa, mentre Antonino divenne abate del monastero benedettino di Sorrento; con il passare degli anni il tempio divenne uno dei più importanti d’Europa, meta di numerosi pellegrini, tant’è che si celebrava la messa ogni giorno e nel 1392 era già stato riconosciuto con il titolo di abazia.

Nel 1558 venne descritto per la prima volta il miracolo della sudorazione di manna dalla statua di San Michele: si narra, che durante l’invasione dei turchi a Sorrento, nel 1558, un gruppo di fuggitivi, scampati al saccheggio e alla prigionia, si rifugiarono sul Faito per chiedere l’aiuto del santo, il quale fece sgorgare dalla statua gocce di sudore; il giorno dopo la città fu liberata dagli invasori. Negli anni successivi, soprattutto nel periodo compreso tra il XVII e XVIII secolo, il miracolo fu molto frequente ed in particolar modo abbondante il 31 luglio 1714, come documentato da scritti dell’epoca; anche monsignor Pio Tommaso Milante descrive una sudorazione avvenuta nel 1750:
« Mentre dai Canonici ed Ebdomadari della Cattedrale della Chiesa stabiana il 31 luglio sono cantati i primi Vespri della dedicazione della nominata chiesetta in onore del santo Arcangelo, all’intonazione del cantico Magnificat la statua marmorea di S. Michele diventa pallida, poi terrea e la si vede col volto variato, poi comincia a grondare un sudore come manna o meglio acqua limpidissima, che scorre in gocce ed è deterso da un sacerdote vicino con ovatta, e subito dopo ritorna al proprio colore.»

Nel 1862, a causa delle scorrerie dei briganti, cessò ogni forma di pellegrinaggio sul Molare ed il tempio cadde in rovina: il 20 dicembre la statua, pesantemente vandalizzata e colpita da un fulmine, fu recuperata e portata nella cattedrale stabiese, dov’è custodita ancora oggi. Successivamente si susseguirono invano tentativi di riedificazione della chiesa come nel 1899 per volere del conte Girolamo Giusso o il 2 luglio 1935 per volere del vescovo Pasquale Ragosta, progetto poi abbandonato a causa della Guerra d’Etiopia.

Nel 1950 venne ultimata la costruzione del nuovo santuario, oggi attrezzato per accogliere gruppi religiosi e ritiri spirituali, non più sul Molare ma sul M.Cercasole.

Fonte: Wikipedia

RISCHI E RESPONSABILITA’: L’escursione è rivolta a studenti e ragazzi dagli otto ai diciassette anni. I ragazzi possono anche essere affidati agli Accompagnatori di Alpinismo Giovanile. In quest’ultimo caso, il genitore (ovvero il tutore legale) deve far pervenire il modulo di autorizzazione allegato, entro il venerdì precedente ai direttori di gita oppure al numero di fax: 36335 6339741.

I partecipanti intervenendo alla gita sociale, accettano tali rischi e sollevano da qualsiasi responsabilità la Sezione CAI di Castellammare, i Direttori di gita ed i collaboratori per incidenti ed infortuni che si dovessero verificare durante l’escursione.

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Il panorama a 360° dalla cima del Molare:

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