Escursione 27 settembre

Escursione 27 settembre

Domenica 27 settembre 2015

Escursione intersezionale Campana

organizzata dalla sezione di Caserta

Monti Trebulani

La “campestre” di Castel di Sasso

Escursione ad anello nel territorio di Castel di Sasso

e “tavoli di conoscenza”, anche enogastronomica

DIFFICOLTA’: T/E

L’appuntamento a Castellammare è al Viale Europa nei pressi della clinica Villa Stabia alle ore 8:00.
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA ENTRO VENERDI’ SERA 25 SETTEMBRE 2015 ALLE ORE 20:00 telefonando al Presidente Liborio Liguori (Tel.: 340.666.7259) o a Raffaele Luise (339.2040444), mediante E-mail a segreteria@caistabia.it o comunicandolo direttamente in sede venerdì sera in occasione della proiezione dal titolo: “Un trekking tra il Dent d’Herens, il Cervino e il Monte Rosa”

 PRIMO RADUNO Caserta, Piazza Cavour – Davanti alla ex Sede Ore: 08.20 PARTENZA Ore: 08.30

SECONDO RADUNO Strangolagalli (frazione di Castel di Sasso) alle ore: 09.30. Non vi sono bar, né fontane.

PARTENZA ESCURSIONE alle ore: 10.00

PAUSA PRANZO Sasso (frazione di Castel di Sasso) alle ore 13:00. Colazione a sacco; inoltre prevista una degustazione di prodotti locali (ticket: € 2,00)

FINE ESCURSIONE: Strangolagalli (frazione di Castel di Sasso) alle ore: 16.30

 

COME RAGGIUNGERE STRANGOLAGALLI DI CASTEL DI SASSO

Da uscita A1 di Santa Maria Capua Vetere (Km. 11 – 20 min.): Proseguire a destra su SP 4 in direzione di Sant’Angelo in Formis; superato il paese, proseguire dritto sempre sulla stessa strada, evitando di svoltare sul Ponte Annibale; poco dopo, ad una rotonda, prendere la seconda uscita per immettersi sul nuovo ponte sul Volturno. Superato il ponte, alla rotonda, prendere la seconda uscita; subito dopo, proseguire sulla strada di destra (cartello per Le Campestre): SP 35 e SP 78. Proseguire sempre su questa strada fino alla meta. Da Caiazzo (Km. 10 – 15 min): Proseguire sulla SS87 Sannitica in direzione di Caserta; finita la discesa, alla rotonda, prendere la prima uscita e proseguire, senza entrare nel paese di Piana di Monte Verna, sulla SP 333 ex SS 264 del Basso Volturno; raggiunta la rotonda, proseguire come descritto sopra. RACCOMANDAZIONI: Scarponi da trekking o scarpe di avvicinamento; abbigliamento adeguato: in particolare, cappellino e kway e/o giacca a vento; bastoncini; scorta d’acqua (almeno litri 1,5); colazione a sacco.

TIPO DI PERCORSO: Percorso con fondo misto: viabilità secondaria, carrareccia, mulattiera

DISLIVELLO: 300 m

LUNGHEZZA:  10 km

DURAT A: Ore 6

DESCRIZIONE ESCURSIONE: Lasciate le auto nei parcheggi e lungo le strade, fuori del borgo di Strangolagalli (110 m), l’escursione parte dal parcheggio, che si trova appena dopo il paese, al bivio per Vallata. L’escursione, ad anello, si sviluppa in modo molto semplice, interamente nel territorio di Castel di Sasso, su varie tipologie di viabilità, moderna ed antica, attraversando e lambendo alcune delle frazioni e borgate del suo vasto territorio.Si prende la strada asfaltata, in salita, per il borgo di Vallata (161 m), che si raggiunge svoltando a destra appena dopo la Masseria Torricella. Visitato il borgo, si torna indietro fino al punto, dove si era svoltato prima, per proseguire a destra, ancora in salita e su asfalto. Percorsi circa 200 metri, senza cambiare direzione, si prende una larga carrareccia alberata, che – ben presto – si lascia per proseguire verso sinistra su una mulattiera, a tratti in trincea, sempre evidente, nonostante a lungo sia costretta in uno stretto sentiero, che ne nasconde la originaria larghezza. Usciti nei Borgo di Vallata campi, si prosegue leggermente a destra ed in salita fino a raggiungere una strada cementata, che va seguita ancora verso destra ed in salita fino alla strada asfaltata, su cui si prosegue di nuovo verso destra. Dopo circa 500 metri, si svolta a sinistra e subito dopo di nuovo a sinistra; ad una casa, l’asfalto lascia il posto alla mulattiera, ancora integra, che era l’antica via per Sasso. Si comincia a salire con maggiore decisione, ma l’ampio panorama, che si apre, ripaga del piccolo sforzo. Per l’attraversamento del canalone, che alimenta una suggestiva cascata, originata dalle piogge, si usa un ponte, costruito dopo la guerra, mentre nel passato era necessario guadare. Raggiunta la frazione di Sasso (404 m, località più alta del percorso), si sosta nella suggestiva piazzetta, per la consumazione della colazione al sacco e la degustazione di prodotti locali (modesto ticket di € 2/00). Infatti, a cura della comunità locale, su impulso della Amministrazione Comunale e della locale Pro-Loco “La Castellana”, troveremo predisposti alcuni “tavoli di conoscenza”, anche enogastronomica, del territorio trebulano, famoso per un tipico formaggio: il “conciato romano”, presidio slow-food, ed il vino Casavecchia, da omonimo vitigno autoctono. Si riprende il cammino in discesa sulla strada principale, che sale da Strangolagalli; ad una grande biforcazione, si prosegue verso sinistra sulla stessa strada; dopo un po’, si prende a destra una larga carrareccia in discesa fino ad incrociarne un’altra; si prosegue a sinistra in salita e poco dopo si prende a destra, in discesa, una mulattiera alberata, che costeggia Cascata il campo di motocross, che è alla nostra destra. Proseguendo su carrareccia verso sinistra, in breve, si raggiunge la strada asfaltata, in località Morrone. Dopo cento metri verso destra, si svolta a sinistra su una strada in discesa, abbastanza decisa. Al quadrivio, si prosegue in discesa diritto su carrareccia fino a svoltare a sinistra su un ponte, e poi a destra con breve salita si giunge al parcheggio da cui si era partiti. Dal sito dell’agriturismo “Le Campestre” Il Conciato Romano Vorremmo raccontare il Conciato Romano ma non è facile farne una semplice descrizione in quanto non è solo un formaggio ma una vera esperienza antropologica. E’ quell’insieme di sensazioni che investe il palato, travolge i sensi, rievoca trascorsi imprimendo il ricordo. Il Conciato romano, dopo anni di abbandono, sta conoscendo oggi un rinnovato interesse, tanto da essere diventato presidio Slow Food unico della provincia di Caserta ed essere stato incluso nell’elenco regionale dei prodotti tradizionali della Campania. La zona d’origine e produzione è il comune di Castel di Sasso, nella parte settentrionale della provincia di Caserta, e le zone limitrofe (comuni del Monte Maggiore), dove – grazie soprattutto agli sforzi e alla lungimiranza dei casari della famiglia Lombardi – è stata ripresa l’antica tecnica, già conosciuta ai Romani e citata anche dal poeta Marziale, che consiste nel rompere a mano la cagliata e poi modellarla e salarla a secco e successivamente sottoporre il formaggio così ottenuto alla concia, al trattamento superficiale e alla stagionatura in orci di terracotta. ….

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