Domenica 6 Aprile 2014
Sulle orme degli OSCI: l’antica Suessola
Intersezionale con il gruppo di Alpinismo Giovanile di Caserta
DIFFICOLTA’: T
Direttori di escursione:
Pio Gaeta (335 6339741), Anna Schiappa (3394045641), Cristiano Longobardi (389 1774343)
per Caserta: Salvatore Giardino (3336863035)
Appuntamento: alle ore 8:00 al viale Europa (nei pressi clinica Villa Stabia) con auto proprie; rientro ore 18.00
ISCRIZIONI: Gli interessati, sono invitati a confermare l’adesione indicando il numero di posti auto disponibili.
E’ possibile per i non soci stipulare un’assicurazione giornaliera comunicando al dir. di escursione cognome, nome e data di nascita e versando €7 per l’assicurazione entro il venerdì precedente.
EQUIPAGGIAMENTO CONSIGLIATO: Scarpe da montagna alte alla caviglia con le suole scolpite tipo “Vibram”, abbigliamento “a strati” (giubbotto antivento, maglietta, camicia, felpa, k-way, maglia di ricambio, cappello), zainetto (NO MONOSPALLE O BORSA) ed acqua (almeno 1l a persona).
DURATA ESCURSIONE: 7,5 ore
DISLIVELLO: irrilevante
RISCHI E RESPONSABILITA’: L’escursione è rivolta a studenti e ragazzi dagli otto ai diciassette anni. I ragazzi possono anche essere affidati agli Accompagnatori di Alpinismo Giovanile. In tal caso, il genitore (ovvero il tutore legale) deve far pervenire il modulo di autorizzazione allegato, entro il venerdì precedente ai direttori di gita. I partecipanti intervenendo alla gita sociale, accettano tali rischi e sollevano da qualsiasi responsabilità le Sezioni CAI , i Direttori di gita ed i collaboratori per incidenti ed infortuni che si dovessero verificare durante l’escursione.
Descrizione:
Percorso cittadino all’inizio e parte di strada sterrata successivamente. Dalla Piazza di Cancello, dopo aver attraversato il sottopasso si prosegue per via Maddaloni sino ad arrivare ai pilastri del bosco di Acerra. Imboccata la strada a sx si procede lungo la strada principale sino ad arrivare alla Casa Spinelli ed al Parco archeologico. Dopo la visita si prosegue per la Fattoria didattica “Villa Elena” sita in località Gaudello (Acerra) Na, percorrendo una strada di collegamento tra Acerra e Maddaloni. In detta fattoria consumeremo il pranzo a sacco e visiteremo flora e fauna del posto.
Visita guidate presso l’area archeologica di Suessula.
Suessula conosciuta anche come Suessola, fu un’antica città della campania di origine osca ed etrusca. Decadde perché distrutta, non più ricostruita, se ne perse la memoria per impaludamento e imboschimento della zona, riscoperta solo nella seconda metà dell ‘800. È ubicata nella parte nord-orientale del territorio comunale di Acerra. Trovandosi in posizione strategica era attraversata dalla via Popilia, la strada più importante dell’antichità nel meridione d’Italia. Fu dominata dagli Osci, e in seguito dagli Etruschi che la inclusero in una dodecapoli con altri antichi centri della Campania. Fu teatro di diverse battaglie tra Sanniti e Romani, che vi tenevano stanziato gran parte del loro esercito per difendersi dai Sanniti. Memorabile fu la battaglia di Suessula fra Romani e Sanniti sotto le mura di questa città nell’anno 341 a.C.: in essa i Romani comandati dal console Marco Valerio Corvo sconfissero i Sanniti. Nel 339 a.C. divenne dominio romano come civitas sine suffragio. In età repubblicana fu municipium e in seguito prefettura dopo la rovina di capua, poi colonia militare per decreto di Silla. Nell’alto medioevo fu sede vescovile e sede di gastaldato longobardo.
Nell’anno 880 fu distrutta dai Saraceni.
Panoramica scavi
Era ricca di monumenti e chiese: i resti dell’antica cattedrale sono rimasti visibili fino alla fine del XVIII secolo. Nel corso di un inesorabile lento declino, gli abitanti progressivamente l’abbandonarono, fino a perdersene praticamente la memoria; a quasi centocinquanta anni dalla distruzione risultava ancora abitata, come risulta da un atto notarile del 1028 rinvenuto dallo storico Gaetano Caporale. Occupata la zona da un bosco detto “Calabricito” Ferdinando I re di Napoli ne fece una riserva di caccia fino al 1830; facendovi costruire un edificio detto “Casina Spinelli” (oggi in rovina) nel 1778, sui resti dell’antica città. La particolarità della casina sta nel fatto che l’edificio ingloba una torre di epoca longobarda.
Scavi e Casina Spinelli
Casina Spinelli stampa 1800
I primi saggi di scavo per riportare alla luce Suessula furono intrapresi nel 1872 fino al 1886 dai conti Spinelli di Scalea, possessori della zona e della villa con annessa torre longobarda. Furono rinvenuti numerosi reperti di eccezionale fattura. Essi furono ubicati nell’antica dimora che divenne uno dei più ricchi musei privati del periodo. Molti studiosi italiani e stranieri (basti ricordare Amedeo Maiuri e Friedrich von Duhn[1]) non mancavano di andarlo a visitare quando erano di passaggio a Napoli. Le visite furono effettuate fino alla vigilia del secondo conflitto mondiale: nel 1943 il comando tedesco occupò parte della villa che fu rispettata compreso il suo museo fino nell’ottobre dello stesso anno: in quel mese, prima di abbandonare la villa, gli ufficiali tedeschi ne saccheggiarono i monili d’oro, un oro particolare chiamato “oro spinelli”. Gli oggetti depredati e a tutt’oggi non più recuperati oltre al valore materiale ne avevano uno storico, trattandosi di rarissimi gioielli di epoca arcaica, esempi unici ed insostituibili dell’arte orafa antica. Nel 1945, anno in cui finì la guerra, la casina Spinelli risultò spogliata di tutti gli arredi interni settecenteschi, perché usati dalle truppe anglo-americane come legna da ardere, tranne le vetrine che contenevano la parte più importante degli antichi reperti. Quasi tutta la collezione risultò integra ad eccezione di qualche vaso rotto di minor pregio come raccontato da Maiuri in un articolo scritto sul periodico “Il Fuidoro” [2]. Siccome il luogo non era più sicuro, la vedova Spinelli donò gran parte della collezione al Museo Archeologico Nazionale di Napoli – con la denominazione “Collezione Spinelli” – dove tuttora è esposta in apposite vetrine nella Sezione Preistorica
L’edificio della villa è attualmente tutelato come bene di interesse storico-archeologico sia dalla legge 01/06/39 n.1089 che dal D.P.R. del 1977, n. 616 e successive modifiche.
Fonte: WIKIPEDIA
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