La Notte di San Lorenzo – Le Stelle Cadenti

La Notte di San Lorenzo – Le Stelle Cadenti

Ci siamo!

La notte più magica, romantica ed emozionante dell’anno si avvicina!

La Notte di San Lorenzo!

L’appuntamento con le “Lacrime di San Lorenzo“, con le Stelle Cadenti, con la Notte dei Desideri!

Infatti, è attorno alla festa di San Lorenzo, il 10 Agosto, che le Perseidi daranno spettacolo, e la Luna, gentilmente, si terrà in disparte per farcela apprezzare.

Già da qualche giorno la Terra è entrata in contatto con lo sciame meteorico e già qualche meteora si intravede nel cielo notturno, ma la fase “clou”, il momento più emozionante e più ricco di eventi è previsto per le notti tra l’11 ed il 13 Agosto, in seconda serata. Questo perché nei secoli, complice l’ “approssimazione” del nostro calendario, la data si è spostata, un pochino alla volta, dall’originaria data del 10 Agosto a quella delle notti tra l’11 ed il 13, ma potremo tranquillamente ancora assistere allo spettacolo delle stelle cadenti, come da tradizione, durante la notte di San Lorenzo, vedendo le sue Lacrime scendere dal cielo.

Questa notte, infatti, è dedicata al martirio di San Lorenzo, sepolto nell’omonima basilica Romana dal III secolo, e le stelle cadenti sarebbero le lacrime che il Santo ha versato durante il suo supplizio. Queste vagano eternamente nei cieli, cadendo sulla Terra nel giorno in cui Lorenzo morì, creando un’atmosfera rituale, magica e carica di speranza.

Infatti, in questa notte si avvereranno i desideri di tutti coloro che ricorderanno il dolore di San Lorenzo.

La tradizione vuole che ad ogni stella cadente si debba pronunciare la filastrocca “Stella, mia bella stella, desidero che…“, e l’evento atteso non tarderà ad arrivare.

In un’altra tradizione popolare, le stelle del 10 agosto sono chiamate fuochi di San Lorenzo, poiché ricordano le scintille che volavano in cielo dalla graticola infuocata su cui fu bruciato il martire.

Ancora oggi in Veneto un proverbio recita “San Lorenzo dei martiri innocenti, casca dal ciel carboni ardenti“.

La leggenda narra che dalla graticola il Santo avesse detto ai suoi aguzzini “Giratemi dall’altra parte che da questa sono già cotto”.

In effetti, in realtà, San Lorenzo non morì bruciato, ma decapitato, ma nell’immaginario popolare l’idea delle scintille volate in cielo ha preso piede, tanto che San Lorenzo è considerato il patrono dei cuochi, pasticcieri, vermicellai, pompieri, rosticcieri e lavoratori del vetro, nonché dei bibliotecari e dei librai.

In Romagna, il giorno di San Lorenzo ci si deve immergere sette volte in mare, per purificarsi e per attirare a sé fortuna e felicità. Per questo motivo, fin dall’antichità, in questa giornata vi era sulla riviera romagnola un grande afflusso di bagnanti, provenienti dalla campagna, speranzosi di veder portare via dal mare le loro malattie e di propiziarsi un anno migliore e più fortunato. La stessa leggenda, in chiave cristiana, giustifica l’usanza con un’apparizione di San Lorenzo, avvenuta a Cervia, quando la cittadina fu colpita dalla febbre malarica. Si narra infatti che il Santo del 10 agosto apparve in sogno ad una ragazza malata, indicandole la via della guarigione nelle acque salmastre, che avrebbero donato ai bagnanti i sette doni dello Spirito Santo: Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietà e Timore di Dio. Così, per paura di future epidemie, ogni anno tutti i paesani della Romagna iniziarono a bagnarsi sette volte in mare il giorno di San Lorenzo.

Questa tradizione è così radicata ed evocativa che anche il grande poeta Giovanni Pascoli vi dedicò un canto, chiamato appunto “X agosto”, in cui rievocò la morte del padre ucciso in un’imboscata proprio quel giorno e immaginando che il cielo pianga per la malvagità umana.

 

X AGOSTO

di Giovanni Pascoli

San Lorenzo, io lo so perché tanto

di stelle per l’aria tranquilla

arde e cade, perché si gran pianto

nel concavo cielo sfavilla.

Ritornava una rondine al tetto:

l’uccisero: cadde tra i spini;

ella aveva nel becco un insetto:

la cena dei suoi rondinini.

 Ora è là, come in croce, che tende

quel verme a quel cielo lontano;

e il suo nido è nell’ombra, che attende,

che pigola sempre più piano.

 Anche un uomo tornava al suo nido:

l’uccisero: disse: Perdono;

e restò negli aperti occhi un grido:

portava due bambole in dono.

 Ora là, nella casa romita,

lo aspettano, aspettano in vano:

egli immobile, attonito, addita

le bambole al cielo lontano.

 E tu, Cielo, dall’alto dei mondi

sereni, infinito, immortale,

oh! d’un pianto di stelle lo inondi

quest’atomo opaco del Male!

Dopo questo intermezzo “aulico” ritorniamo alla scienza!

Da Aristotele in poi, fino al 1700, si pensava che le stelle cadenti fossero dei gas che si incendiavano nell’alta atmosfera. Infatti la parola ‘meteora‘ fu coniata dal famoso filosofo greco e vuol dire “appartenente all’atmosfera“. Secondo la visione filosofica-scientifica di Aristotele il cielo stellato è perfetto e incorruttibile e tutti i fenomeni “imperfetti” devono appartenere a una sfera più bassa e terrena.

Le Stelle Cadenti, o meteore, sono le scie luminose provocate dal surriscaldamento e dalla succesiva evaporazione nell’atmosfera terrestre di piccole particelle di roccia, ghiaccio o polvere rilasciate in genere dalle comete. Sono particelle veramente minuscole. Le più grandi non pesano più di un decimo di grammo, ma quando entrano nella nostra atmosfera, cadono sulla Terra a velocità pazzesche (fino a 72 km al secondo, ben 260mila Km all’ora!). Pertanto, vanno soggette ad un enorme attrito che le riscalda a temperature elevatissime facendole vaporizzare e creando una luce vivissima con scie luminose anche di 20 Km di lunghezza.

Qualche frammento di corpo celeste un po’ più grande (non solo Stelle Cadenti) non riesce ad essere completamente consumato, per cui arriverà a precipitare sulla Terra sotto forma di massi più o meno grandi. Avremo, allora, non più delle Meteore (piccole particelle che si consumano completamente nel cielo), ma dei Meteoriti, cioè pezzi di roccia o simili che sono riusciti ad arrivare sulla superficie Terrestre!

Come non ricordare quello caduto nella penisola dello Yucatan, in Messico, circa 65 milioni di anni fa, che provocò la scomparsa dei Dinosauri (buon per noi Mammiferi che da questa distruzione abbiamo trovato la possibilità di crescere e svilupparci….).

La cometa che ha dato origine a questo sciame meteorico di San Lorenzo è la Swift-Tuttle, che ha un nucleo di circa 10 km.

Le prime osservazioni di questo sciame delle Perseidi furono fatte addirittura dai Cinesi nel 36 d.C. ma fu nel 1866 che l’italiano Giovanni Virginio Schiaparelli (quello dei famosi, presunti, Canali su Marte, direttore dell’Osservatorio di Brera) scoprì il legame delle Perseidi con la cometa Swift-Tuttle.

Questa cometa periodica (perché periodicamente si avvicina alla Terra, circa ogni 133 anni) come tutte le comete, è formata da acqua ghiacciata e rocce più o meno grandi. Si usa il termine “palla di neve sporca” che rende bene l’idea!

L’ultimo passaggio dalle nostre parti è avvenuto nel 1992, mentre il prossimo avverrà nel 2126. Non c’è bisogno che ve lo annotiate in agenda, ci penserò io a mandarvi un’e-mail per ricordarvelo!

Le meteore che oggi vediamo sono polvere e detriti rilasciati durante i precedenti passaggi della cometa e che il 10 agosto la Terra incrocerà di nuovo nella sua orbita.

Ovviamente, anche un granellino di polvere che viaggia a velocità impressionante può creare danni! Infatti è stata attribuita alla collisione con una piccola Perseide la perdita, avvenuta il 12 agosto 1993, del satellite per comunicazioni Olympus lanciato dall’Agenzia Spaziale Europea.

Quest’anno lo spettacolo delle Stelle Cadenti si preannuncia particolarmente ricco ed affascinante. Le Stelle cadenti saranno frequentissime, la media, nella notte principale, si aggirerà intorno alle 100 stelle cadenti ogni ora, quindi 1-2 al minuto e la Luna, quest’anno, non ci darà fastidio con la sua luminosità!

Questo sciame di meteore viene chiamato Perseidi perché sembra venire irradiato (a raggio) da un unico punto localizzato, per l’appunto, nella costellazione di Perseo.

E’ lì che bisogna guardare! Sembrano partire tutte da lì!

La costellazione di Perseo. forse ricorderete, non è difficile da trovare. Basta cercare la conosciutissima e visibilissima costellazione di Cassiopea, quella a forma di W o M o E a seconda del periodo dell’anno. Ora la troveremo a destra della Stella Polare, non potete sbagliare, con la forma di una E rovesciata. Ebbene, una volta trovata Cassiopea guardate un po’ in basso ed a destra e lì troverete la costellazione di Perseo da cui scaturiranno (apparentemente) le nostre Stelle Cadenti.

Per osservare le Perseidi non servono binocoli o telescopi, anzi il miglior strumento per osservarle è, semplicemente, il nostro occhio. Non guardiamo solo la costellazione di Perseo, anzi spaziamo con gli occhi un po’ in tutto il cielo, anche lontano dalla suddetta costellazione e vedremo queste scie di fuoco che sembreranno partire tutte dall’interno di Perseo!

Pertanto, scegliete un posto il più lontano possibile dall’inquinamento luminoso, magari in aperta campagna o in montagna, per godervi appieno questo spettacolo delle Lacrime di San Lorenzo e, magari, in dolce e romantica compagnia, esprimete un desiderio… non si sa mai…

 

E passiamo al nostro, ormai, abituale appuntamento con la Musica!

D’altronde, la Musica è l’armonia delle Stelle!

 Stelle Cadenti, polvere di stelle che brucia nella nostra atmosfera….

Che canzone potevo dedicarvi se non “Stardust“, Polvere di Stelle in italiano?

Stardust è una popolarissima canzone americana (inizialmente solo per orchestra) composta nel 1927 da Hoagy Carmichael.

La canzone inizialmente chiamata “Star Dust“, ed infine trascritta come “Stardust” è stata scritta al Book Nook di Bloomington, nell’Indiana, suonata con un vecchio pianoforte dalla band di Carmichael, appunto, nel 1927!

Inizialmente il brano ha attratto solo poca gente, in gran parte musicisti, che registrarono la propria versione partendo dalle note di Carmichael.

Nel 1929 Mitchell Parish vi aggiunse un testo rispettando le idee di Carmichael.

Una versione più lenta venne registrata nell’ottobre del 1928, ma il salto di qualità ed il definitivo successo si ebbe nel 1930 con la versione romantica di Isham Jones.

La canzone venne tradotta, finalmente, in italiano da Alberto Curci, che la firmò con lo pseudonimo Devilli e venne incisa su 78 giri (pubblicato dalla Odeon) nel 1946 con l’arrangiamento del Maestro Enzo Ceragioli e con la voce di Carla Bolongaro, nota con lo pseudonimo di Carlastella. Nata a Frascati il 15 novembre 1922 e morta a Milano il 3 ottobre 1998, è stata una nota cantante italiana di jazz attiva tra la fine degli anni trenta e i quaranta.

Numerose cover, anche in italiano, sono state fatte di questa canzone quasi centenaria…. Per tutte ne ricordo quella di Mina in lingua originale contenuta nell’album Caterpillar del 1991.

Vi risparmio il meraviglioso testo inglese e vi propongo subito la traduzione (letteraria, non cantabile) in italiano:

POLVERE DI STELLE

E adesso il crepuscolo purpureo dell’ora del tramonto

scivola lungo i pascoli del mio cuore.

In alto nel cielo salgono le piccole stelle

a ricordarmi sempre che siamo separati

Riscendi la strada e molto lontano

lasciandomi una canzone che non morirà.

Adesso l’amore è la polvere di stelle di ieri,

la musica degli anni passati

A volte mi chiedo perchè passi

la notte solitaria sognando una canzone.

La melodia ossessiona il mio sonno

ed io sono ancora una volta con te

quando il nostro amore era nuovo

ed ogni bacio un’ispirazione.

Ma è successo molto tempo fa

ed ora la mia consolazione

è nella polvere di stelle di una canzone

Accanto al muro di un giardino

quando le stelle brillano

sei tra le mie braccia,

l’usignolo racconta la sua fiaba

di un paradiso dove sbocciano le rose

Sebbene sogni invano

nel mio cuore rimarrà

la mia melodia di polvere di stelle,

il ricordo del ritornello dell’amore

Beh!…..

Non dico che è il Giovanni Pascoli che abbiamo letto prima…, ma non ditemi che pure questa non è una romantica poesia che ti colpisce il cuore!

Ascoltatela quando il 10 o, meglio, il 13 agosto guarderete il cielo e vedrete una scia luminosa tutta per voi!

 

Ovviamente Vi devo regalare una chicca musicale!

Allora, cliccando sui link di seguito, potrete ascoltare la versione quasi centenaria, originale, al piano (non aveva ancora un testo, come abbiamo detto) di Hoagy Carmichael e quella “romantica” di Isham Jones oppure la bellissima versione suonata e cantata dal grande Satchmo, Louis Armstrong o quella che preferisco, la più recente (si fa per dire), cantata da Nat King Cole. Tutti cantanti “neri”, come vedete, ma l’anima e la musica della canzone americana fino alla fine degli anni cinquanta è stata tutta nera! Poi, a scombussolare tutto, è arrivato un bianco con la voce da nero un tale Elvis Presley, ma, come si suol dire, questa è tutta un’altra storia!

Cliccate per ascoltare:

 Hoagy Carmichael And His Pals – 1927

 La versione di Isham Jones

 Louis Armstrong 

 Nat King Cole

 A questo punto Vi propongo pure:

Etta Jones

Sara Vaughan

Poteva mancare The Voice, Frank Sinatra?

 Mina

 Coleman Hawkins, Django Reinhardt

Stéphane Grappelli, jazzista francesce con il suo famoso violino

Clark Terry

Un’ottima versione recente di Rod Stewart

E Michael Bublé live

 Per chiudere, rimanendo nello strumentale, Glenn Miller e la sua Orchestra

 

Buon ascolto e “guardate sempre in alto!”

Alla prossima!

Raffaele D’Arco (Lello per Voi amici)

 www.raffaeledarco.it

Castellammare di Stabia (Napoli, Italy)

Related Images:

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *