Domenica 26 marzo 2023
Intersezionale Campana
Monti del Matese
da Gallo Matese (CE), località Accucciola (832 m)
all’Acqua dei Palombi (1196 m)
(Coordinate partenza 41.466422, 14.235132)
DIFFICOLTA’: E (N.B.: è richiesta una buona preparazione fisica e capacità di camminare su sentieri scoscesi di montagna con fondo a tratti formato da pietrisco e rocce affioranti)
Direttori di escursione: Ugo Iannitti (3292928615), Giovanni Cipollone (3291742158), Gianni D’Amato (3420970734), Matteo Alberico (3922333567) e gli Accompagnatori di Escursionismo della Campania;
Referenti per Castellammare: Peppe ERCOLANO (393.4273868); Nino MASTELLONE (328.6142798)
Tipologia di percorso: anello;
Durata: 6 ore;
Dislivello: 600 m
Itinerario: partenza da Gallo Matese, raduno località Accucciola, per il sentiero della Liscia, attraverso il pianoro di Petrauta si giunge allo sterrato che porta all’Acqua dei Palombi; per il ritorno si passa da Cam-pofigliuolo e si percorre il Sentiero delle Fate per giungere al punto di partenza.
Appuntamenti: ore 7:15 a Castellammare di Stabia, Viale Europa nei pressi dell’Ospedale con auto proprie
Ore 08.45: Piedimonte Matese (CE), Via Lupoli (angolo Municipio);
Ore 09,45: Località Accucciola, comune di Gallo Matese (CE) 41.466422, 14.235132
Ore 10:00: Inizio escursione
Ore 18,00: Orario presunto di termine escursione.
Equipaggiamento consigliato e dotazione personale: abbigliamento a strati da escursionismo adatto alla stagione: scarpe da trekking, pantaloni lunghi, t-shirt tecnica, pile, calzettoni, cappellino, guanti, giacca antivento, k-way antipioggia, bastoncini telescopici, occhiali da sole, binocolo, bussola, crema solare, kit pronto soccorso (scheda con gruppo sanguigno, farmaci personali e segnalazione di eventuali allergie), borraccia per l’acqua (lungo il percorso ci sono punti per l’approvvigionamento di acqua), colazione a sacco, ricambio di indumenti, fischietto, lampada frontale.
Prenotazione: per partecipare all’escursione è obbligatorio prenotarsi entro il venerdì antecedente la data prevista per l’escursione, contattando uno dei referenti per Castellammare; i non soci CAI sono ammessi a partecipare previo presa visione del regolamento, della difficoltà dell’escursione, sentito il parere dei referenti, previo pagamento di polizza assicurativa entro venerdì sera.
AVVERTENZE
a) I tempi di percorrenza sono calcolati in eccesso e con esclusione delle varie possibili soste;
b) I direttori di escursione si riservano di modificare in tutto o in parte l’itinerario in considerazione delle condizioni meteorologiche (l’escursione deve considerarsi annullata in caso di allerta meteo di colore aran-cione prevista nella zona interessata) e dei tempi di percorrenza; e nell’ipotesi che l’escursione sia annullata all’ultimo momento per causa di forza maggiore, i prenotati non potranno chiedere ai direttori risarcimenti per danni economici e non;
c) I direttori per la loro responsabilità si riservano di escludere dall’escursione i prenotati non adeguatamente attrezzati ed allenati;
d) I minorenni potranno partecipare solo se accompagnati da un genitore o da altra persona responsabile, da questi espressamente autorizzata;
e) In considerazione della tipologia di escursione e nel rispetto di chi ha fobie specifiche, si sconsiglia di portare con sé animali domestici, soprattutto di grossa taglia; comunque in caso di incidente, provocato da un animale domestico, la responsabilità non potrà essere addebitata ai direttori, ma esclusivamente ai pro-prietari;
f) I partecipanti sollevano i direttori dell’escursione e le sezioni di appartenenza da ogni responsabilità per qualsiasi incidente o inconveniente dovuti alla propria personale imperizia o alla mancata osservanza delle regole dell’andare in montagna e di quanto indicato in questa scheda tecnica, che ogni partecipante con la sua adesione dichiara di aver letta ed accettata incondizionatamente in tutte le sue parti.
Breve descrizione del percorso:
La partenza è in Località Accucciola, dove saranno par-cheggiati i mezzi di trasporto. Il primo breve tratto è una strada asfaltata. Dopo circa cento metri dalla luogo di partenza Sarà possibile approvvigionarsi di acqua alla bella e storica fontana detta Pignatiello. Si prosegue verso nord-ovest ed all’altezza di un moderno piccolo abbeveratoio si svolta a destra e si imbocca uno sterrato, che dopo breve tratto, tenendo la destra, immette nella vecchia mulattiera, conosciuta come il Sentiero della Li-scia. Il sentiero presenta un andamento altimetrico costante e ci porta al valico di Petrauta a 1050 metri s.l.m. con un abbeveratoio in cemento costruito nel 1975 degli allevatori locali, captando l’acqua dalla sorgente Ravicello, piccola ma perenne, localizzata quasi in cima alla Preucia. Proseguendo verso nord, si attraversano le valli del pianoro di Pretauta, valli coltivate a grano e patate fino alla fine degli anni 60. Attraversato il piccolo pianoro, incomincia l’ascesa al Valico del Ceraso a 1200 metri s.l.m,, salendo per sentieri pascolativi lungo la costa di Macchia Perrara, che è la quarta cima del territorio di Gallo Matese, dopo le Coppara (1511 metri s.l.m.), Serra Cerasella (1392 metri s.l.m.) e Punta Falasca (1348 metri s.l.m.). Cime che potremo ammirare lungo il percorso che porta dal Valico del Ceraso alla Fontana dei Palombi. Sul valico si imbocca una pista sterrata con andamento altimetrico quasi costante e che ci porterà alla sorgente acqua dei Palombi. La pista attraversa una meravigliosa faggeta, riserva energetica dei gallesi per secoli. Un consiglio per gustare meglio l’ambiente è quello di non gridare e di inebriarsi del silenzio di questi posti, che nella loro memoria hanno le voci antiche degli avi.
Se verranno rispettati i tempi, per le ore 13,30, consumeremo la colazione a sacco nei pressi della sorgente dei Palombi. Il toponimo “Acqua dei Palombi” è antico e non se ne conosce l’origine. Secondo una ipotesi di lettura del testo di Tito Livio, una delle battaglie deci-sive delle guerre che i Romani condussero contro i Sanniti, si svolse proprio qui: la cruenta battaglia di Palumbinum.
Proseguendo il percorso, si passa per Campo Figliuolo, attraversato da Rivo Torto, che in primavera rappre-senta una spettacolo unico. Verso la fine di Campo Fi-gliuolo c’è l’abbeveratoio e l’inghiottitoio. Dopo una breve salita, passato il valico detto delle “Zǝppǝtèllǝ” (roccette), si imbocca il sentiero delle Vǝtaréllǝ, fino ad arrivare, in località “Lǝ Pǝschéta”, al “Sentiero delle Fate”, nome attribuito a questo posto pochi anni fa per quel suo alone pieno di fascino e di mistero. Tutta la morfologia di questa zona fu stravolta da una gigantesca frana nella notte di capodanno del 1899, che ancora oggi continua, anche se con fenomeni meno appariscenti. Dal Sentiero delle Fate si prosegue per giungere alla Fontana dei Mulini e da lì si arriva al punto di partenza.
Punti di interesse
I punti di interesse lungo il percorso sono tanti sia di tipo antropologico-culturale sia di tipo geomorfologico-ambientale. Si comincia con la fontana del Pignatiello, dove generazioni di gallesi hanno attinto l’acqua con barili di legno fino all’avvento dell’acqua in casa nei primi anni settanta del secolo scorso.
Tutta la zona di partenza è dominata dall’imponenza della falesia Preu-cia, con la sua orrida mole, quale mano di titano tesa a sfidare il cielo. Dalle sue viscera scorga l’acqua limpida e cristallina della sorgente del Mulino, la più grande sorgente di tutto il territorio di Gallo Matese e che attualmente alimenta il Lago; invece prima degli anni sessanta del scolo scorso le sue acque scorrevano vivaci e canterine lungo la valle per con-fluire nel fiume Sava e scomparire all’acqua spuzzata, per riapparire nella cipresseta di Fontegreca, che negli ultimi anni ha perso la sua aurea propria di un ambiente selvaggio ed incolume dagli scempi umani. Nel dialetto gallese “preucia” significa dirupo, roccia a picco, da cui “prauciarelle”. La sommità della Preucia è spettacolare per i tanti massi scolpiti dal vento ed in particolare per la Rannola: la pietra che sta da secoli a sfidare le leggi della gravità.
Qualcuno ha attribuito al “Sentiero della Liscia” il nome di “Sentiero delle Pietre Parlanti”, perché sul versante del monte, su cui si inerpica, ci sono tanti monoliti di varie fattezze e dimensioni, testimoni ieratici e loquaci di un tempo in cui il rapporto tra l’uomo e la montagna non era intessuto soltanto di momenti idilliaci, ma era una continua lotta per la sopravvivenza.
L’antropizzazione di questi posti ha avuto la sua massima presenza negli anni venti del secolo scorso, quindi circa cento anni fa, e precisamente nel censimento del 1921 Gallo Matese contava 3.417 abitanti ed era il centro più popoloso del circondario. Lungo il tragitto sono evidenti i segni di questa forte presenza dell’uomo. In particolare sono da notare la costruzione di mulattiere anche in zone non proprio agevoli, la realizzazione di terrazzamenti tendenti ad ampliare in modo significativo la quantità di terreni agricoli, dove nei periodi del raccolto il canto dei mietitori e delle mietitrici si mescolava con il canto di quaglie, pernici, starne, cence, merli ed i multiformi passeri. Oggi l’abbandono dell’uomo ha comportato il lento ma costante recupero degli spazi da parte della natura.
La maggior parte del percorso si snoda attraverso una bella faggeta, un tempo unica fonte di energia per i gallesi, che qui venivano a dorso di muli o asini per prelevare la legna necessaria per accendere il fuoco, elemento essenziale per la vita di tutti i giorni, perché con esso si miticavano i rigori di rigidi inverni, si cucinava, si riscaldava il forno per il pane e si illuminava la casa nel buio della notte. Il fuoco non veniva spento mai. Da più di quarant’anni non viene praticato l’uso civico per l’utilizzo del bosco, e la faggeta sta assumendo le caratteristiche di bosco d’alto fusto.
L’abbeveratoio dell’Acqua dei Palombi, realizzato nel 1914 da Angelo Palumbo, detto Mentəfinia, è un capo-lavoro di equilibrio idraulico, termico e igienico, evidente all’occhio esperto di un pastore. Si compone di nove vasche, di cui una centrale più grande. Pur appartenendo al territorio di Gallo Matese, la sorgente è stata da sempre considerata patrimonio di tutti, pastori o semplici viandanti, situata com’è al limitare dei confini di vari
paesi, e qui si sono abbeverate mandrie ed armenti provenienti non soltanto dai paesi limitrofi, quali Longano, Roccamandolfi e Letino; ma anche provenienti da più lontano. Quasi a rispetto della sacralità del silenzio, è tacita e senti la sua voce cristallina soltanto quando ci sei nei pressi. È da considerarsi la sorgente perenne con l’acqua più copiosa e fredda presente sul Matese ad una quota così elevata: 1196 metri s.l.m.
Il vasto pianoro detto Campo Figliuolo, così come nomato in una tavola topografica del 1620, appartiene inte-ramente al territorio di Latino. Nelle stagioni piovose ed invernali è attraversato da un rivo che ne aumenta la suggestione con il suo incedere zigzagando, per poi confluire in un laghetto e riprendere il suo percorso sot-terraneo. È presente anche qui una piccola sorgente perenne a filo di terra, le cui acque sono raccolte in una vasca abbeveratoio.
L’escursione termina con l’ormai famoso “Sentiero della fate”. Il toponimo originale del posto è “Lǝ Pǝschéta”, che deriverebbe dai numerosi massi presenti e rotolati dal versante del monte sovrastante, in quanto piéscu nella lingua locale sta per grande masso. Viene considerato il sentiero più bello e fascinoso del Matese. In effetti quell’alternarsi di luci ed ombre, la presenza a mo’ di sentinelle di imponenti massi, gli orridi anfratti, quei assi vestiti d’ edera che si abbracciano a protezione l’uno dell’altro quasi in mutuo soccorso, quei lievi sussurri del vento, il fruscio delle foglie, i muri a secco ricoperti da verdissimo e soffice muschio, lo svolazzare allegro di volatili, il profumo intenso del sottobosco, rendono questo sentiero pieno di misteri e di fascino, trasportando il viandante in una dimensione fiabesca e quasi irreale, dimensione che, parafrasando il sommo, “intender non la può che non la prova”.
NOTE OPERATIVE PER I PARTECIPANTI
I partecipanti si impegnano a rispettare scrupolosamente le seguenti indicazioni:
• raggiungere con mezzi propri la località di partenza, nel rispetto delle norme nazionali/regionali che regolano il trasporto in auto di persone non conviventi, salvo diversa indicazione da parte degli organizzatori;
• durante la marcia cercare di mantenere una breve distanza interpersonale;
• evitare gli scambi di attrezzatura, oggetti, cibi, bevande o altro tra i partecipanti non appartenenti allo stesso nucleo familiare;
• avere con sé la mascherina e il gel disinfettante a base alcolica.
Norme di comportamento da tenere durante le escursioni:
• ogni componente del gruppo durante l’escursione dovrà seguire il direttore di escursione, non uscendo inutilmente dai sentieri per seguire scorciatoie, seguendo scrupolosamente le indicazioni del direttore stesso;
• chi dovesse fermarsi per qualsiasi motivo (necessita fisiologiche ecc.) dovrà chiederlo all’accompagnatore che chiude la fila, per poi quest’ultimo attenderlo
• è fatto obbligo a tutti di riportare con sé i rifiuti, anche quelli organici (bucce di frutta e residui di cibo), di rispettare la flora e la fauna, di non cogliere piante, funghi, frutti o fiori, ma di portare a casa solo fotografie, d rispettare le culture e le tradizioni locali, ricordandoti che sei ospite della montagna, e devi mostrarti civile e solidale con i suoi abitanti.
I partecipanti, con la loro adesione, si dichiarano informati delle modalità di partecipazione, delle disposizioni contenute in questa scheda e le accettano senza riserve.