Domenica 5 marzo 2023
Badia di Cava – Ruderi di S. Elia – Aria del Grano
Intersezionale con la sezione di Cava De Tirreni
Diff.E/EE
Attenzione: sentiero ripido, brevi passaggi un po’ esposti
Direttori di escursione:
Pio Gaeta – 335.6339741
Giuseppe Fortunato (CAI Cava) 333.7949105 – Francesco Pisapia (CAI Cava) 371.1276168
APPUNTAMENTO:
Alle 7:45 al viale Europa nei pressi Villa Stabia con auto proprie oppure alle 8,15 nel piazzale antistante l’Abbazia Benedettina Badia di Cava
ATTREZZATURA:
Equipaggiamento e bastoncini da trekking, colazione a sacco, acqua, giacca impermeabile in caso di pioggia, luce frontale
Approvvigionamento idrico:
Solo alla partenza (fontana al parcheggio o alla Frestola)
Descrizione itinerario
Il percorso è una variante dell’Alta Via dei Monti Lattari che, diramandosi da essa in località Pertone, vi si ricollega in località Aria del Grano, bypassando così il tratto impervio dei Monti del Demanio ed arrivando più rapidamente alla Foce di Pucara. Il percorso inizia partendo dal piazzale della millenaria Abbazia Benedettina (363 m), fondata nell’anno 1011, ubicata a Corpo di Cava (frazione di Cava de’ Tirreni). Si scende dalla sinistra del piazzale per una stradina a ciottoli, si attraversa il torrente Selano su di un ponticello, dirigendosi verso destra per un piccolo tratto. Al primo incrocio, località Pertone, si prosegue diritto (non seguendo quindi le indicazioni del sentiero 300 Alta Via dei Monti Lattari) e subito dopo si devia a sinistra per seguire le edicole della Via Crucis iniziando a percorrere il sentiero 302. Esso si inerpica in un fitto bosco di castagno, con pendenza sempre sostenuta. Si passa in prossimità dei ruderi di S. Elia (m 642), non visibili direttamente da sentiero, ove ci si fermerà per una piccola sosta e spiegazioni storiche. Quindi si prosegue, sempre con forte pendenza, fino alla Località Aria del Grano (m 878), dove il sentiero 302 si ricongiunge con il Sentiero 300 (Alta Via Monti Lattari). In cresta, il panorama si apre con splendide vedute su Monte Falerio, Cetara e si intravede la valle di Tramonti. Si prosegue ancora fino ad arrivare in uno spiazzo dove si trova una piccola costruzione e
dei ruderi, punto di arrivo e sosta, e che ritiene possa essere stato un luogo di incontro fra i briganti al tempo del brigantaggio meridionale. Essa è posta a cavallo fra la Fossa della Rena (il vallone del Sambuco/Badia) ed il territorio del Comune di Maiori. A seguire si prosegue fino a Foce di Pucara dove prenderemo il 306° che ci porterà poi sul 306 fino alle vecchie fornaci, passeremo nell’abitato Corpo di Cava fino a raggiungere il piazzale dove abbiamo lasciato le auto.
Informazioni storiche
I primi monaci erano presenti sul territorio cavese già nel VI sec. D.C. Probabilmente essi non professavano soltanto col rito latino, ma anche con quello greco, in considerazione che l’Italia Meridionale fino all’anno Mille, dal punto di vista ecclesiastico, era quasi interamente greca e sotto l’influenza di Fozio, teologo bizantino, santo della Chiesa orientale. Il monachesimo si sviluppò principalmente con l’isolamento e la preghiera. L’eremitaggio sul Colle S.Elia si deve a Pietro Pappacarbone, nato probabilmente intorno agli anni Quaranta dell’XI secolo, salernitano di origine, che era nipote di Alferio, primo abate e fondatore dell’Abbazia
della SS Trinità di Cava de’ Tirreni. Egli stesso fu terzo abate della stessa abbazia. Attirato precocemente dalla vita monastica (probabilmente seguendo l’esempio dello zio), Pietro chiese all’abate Leone, successore di Alferio, di poter vestire l’abito e dedicò i primi anni della sua vocazione alla vita eremitica sul monte S. Elia dove poi si fece edificare un oratorio e una celletta per la preghiera. Attualmente, lungo il percorso, sulla destra salendo, un po’ nascosti vi sono i resti della piccola chiesa di S. Maria Regina Coeli costruita nel 1493 per ordine del vescovo sulle alture nei pressi dell’Abbazia Benedettina della Badia.