Grotta di San Michele
(Olevano sul Tusciano)
Diff.E
Direttore di escursione: Anna SCHIAPPA (3394045641)
Appuntamento a Castellammare di Stabia al Viale Europa (pressi Villa Stabia) alle 8:30 oppure uscita autostradale Battipaglia alle 9:30 con auto proprie.
Ogni non socio deve comunicare cognome, nome e data di nascita e versare la quota di € 7 per l’assicurazione obbligatoria entro il venerdì precedente.
Dislivello: 25 m andata e ritorno
Sviluppo: 290 m
Durata: Sentiero accesso: 3 ore A/R
Difficoltà: media difficoltà
Abbigliamento:scarponi da trekking, calzettoni, pantaloni comodi, maglia in pile, giacca o kway, cappellino lana, guanti; lampada frontale.
Colazione:a sacco Acqua:da portare
RISCHI: I partecipanti intervenendo alla gita sociale, accettano tali rischi e sollevano da qualsiasi responsabilità la Sezione CAI di Castellammare, i Direttori di gita ed i collaboratori per incidenti ed infortuni che si dovessero verificare durante l’escursione.
AVVERTENZA: Il direttore di escursione si riserva di modificare l’itinerario in caso di condizioni meteo avverse o di condizioni del sentiero e capacità dei partecipanti tali da impedire la conclusione dell’escursione nei tempi prefissati.
Breve Descrizione
La grotta si affaccia sulla valle del Fiume Tusciano ed è conosciuta fin dall’antichità in quanto
La Grotta di S. Michele Arcangelo, nota anche come Grotta dell’Angelo, si apre alla quota di circa 615 m slm, sul fianco sinistro della profonda valle incisa del Fiume Tusciano, circa 3 chilometri a nord est di Olevano sul Tusciano (SA). La cavità, ricca di stalattiti e stalagmiti, è larga fino a circa 50 m ed alta anche 40 m sviluppandosi per circa 1000 m lungo le pendici occidentali del M. Raione.
Questo complesso carsico, in effetti, riveste un indubbio interesse preistorico, archeologico e storico. Nella Grotta di S. Michele, inoltre, vi sono sette cappelle e quella centrale, dedicata a S. Michele, è adorna, negli absidi e sulle pareti della navata, di interessanti affreschi raffiguranti il ciclo Cristologico e Petriano risalenti
all’VIII-XI, con chiari influssi della pittura bizantina del Medio Oriente. La Grotta di S. Michele viene anche citata in numerosi documenti storici, a partire dal VII secolo, che attestano l’importanza del potere religioso gestito nella cavità. Addirittura in una relazione del 1614 depositata presso l’Archivio Diocesano di Salerno, si attesta di una visita del Papa Gregorio VII. Ancora oggi nella grotta l’8 maggio vi si celebra una festa caratteristica, con la statua del Santo prelevata e portata in lunga processione attraverso le frazioni al suono di pifferi e tamburi, tra fuochi artificiali.
Le campagne di scavo condotte nella Grotta di Nardantuono, infine, hanno rivelato la presenza di industrie e manufatti attestanti un costante insediamento della civiltà appenninica dall’Eneolitico sino alla metà dell’età del Ferro.
Integralmente da “Atlante delle Grotte della Campania” – Federazione Speleologica Campana