20 giugno – Il Solstizio d’estate

20 giugno – Il Solstizio d’estate

Eccoci all’appuntamento  con  il  Solstizio d’estate!

Il 20 giugno, quest’anno di Sabato, alle 23:43 avremo in Italia il SOLSTIZIO d’estate, la giornata più lunga dell’anno. A Napoli il sole sorgerà alle ore 5:31 e tramonterà alle ore 20:38 (Orario Estivo, ovviamente). Il giorno, pertanto, durerà ben 15 ore e 7 minuti!

Quest’anno, per via del calendario e dell’anno bisestile il Solstizio non cadrà il 21 giugno, ma, per pochi minuti, nel giorno 20!

In astronomia per solstizio (dal latino SOL STAT, Sole stazionario, Sole che si ferma) si intende il momento in cui il Sole raggiunge, nel suo apparente moto lungo l’eclittica, per l’inclinazione dell’asse terrestre rispetto alla stessa, il punto di declinazione massima o minima, per cui, in pratica il Sole raggiunge il suo punto più in alto o più in basso nel cielo determinando l’inizio dell’estate o dell’inverno.

In effetti il Sole quasi mai lo troviamo allo Zenit, cioè proprio sulla nostra testa, alla massima altezza di 90 gradi, a perpendicolo.

Sulla Terra questo avviene solo nella fascia tra i due Tropici (del Cancro e del Capricorno). Qui, per due volte l’anno, al mezzogiorno locale, il Sole sarà esattamente allo Zenit, a perpendicolo sulle nostre teste e una meridiana posta a terra NON proietterà nessuna ombra.

In tutti gli altri posti del globo terracqueo al mezzogiorno locale non avremo mai il Sole allo Zenit, però, comunque, nei Solstizi avremo il raggiungimento dell’altezza maggiore in cielo.

Proprio per questa parabola che il Sole compie, cioè sale e poi dopo un attimo di apparente stazionarietà, comincia a ridiscendere, avremo il fenomeno del SOL STAT.

Questo fenomeno, vista la non estrema esattezza del nostro calendario non corrisponde mai al mezzogiorno preciso, in quanto ogni anno il nostro calendario va indietro di circa 6 ore (5 ore, 48 minuti e 46 secondi per la precisione), per poi recuperarle quando capiterà l’anno bisestile, introdotto proprio per evitare un eccessivo e progressivo disallineamento delle stagioni con il calendario.

Il Solstizio, la festa della Luce, del Sole, del Fuoco veniva festeggiata un po’ ovunque dai popoli pagani, dai Sumeri agli Eschimesi, dall’antica Grecia fino all’America precolombiana, fino a quando la vittoriosa religione cristiana, un po’ ricalcando la mentalità della cultura dei Romani, si premurò di incorporarne le date sovrapponendovi festività cristiane. Infatti il solstizio invernale è stato sostituito dal Natale mentre quello d’estate è stato sostituito dalla festa di San Giovanni che si celebra, appunto il 24 giugno.

Ancora una volta una festa originariamente pagana, diffusa in tutte le culture perché basata sulla comune ed antica osservazione del moto solare, è stata fusa con la tradizione cristiana.

Il cambio di direzione che il sole compie in questo giorno è stato sempre visto come un momento particolare e magico.
Il “Sole che rotola via” è associato alla testa del San Giovanni decapitato (decollato, per dirlo alla Totò..) che rotola nella cesta, come richiesto in dono dalla Regina Maledetta Erodiade.

Pertanto il 24 si festeggia la festa di san Giovanni Battista che per tradizione è fissata a 6 mesi esatti prima della nascita di Gesù, cioè prima di Natale.

A questo proposito ricordiamo che nel Calendario Liturgico si celebra sempre il “dies natalis” dei Santi, cioè il giorno della nascita, ma non quella fisica, anagrafica, ma la nascita in Cristo, cioè il giorno della morte!

Però San Giovanni Battista, insieme alla Madonna (che non sarebbe morta ma ascesa al Cielo) sono gli unici Santi di cui si festeggia la nascita reale (6 mesi prima di Natale) e non la morte!

E nella trasformazione da festa pagana a festa religiosa non possiamo non notare che il guardiano delle porte solstiziali, del principio e della contemporanea fine, era il Dio Giano, dio bifronte del principio e della fine che è stato sostituito dai due Giovanni: San Giovanni Battista (24 giugno) che guarda il solstizio d’estate e San Giovanni Evangelista (27 dicembre) che guarda il solstizio invernale. Esattamente le stesse date in cui a Roma i “Collegia Fabrorum” festeggiavano Giano Bifronte.

E non possiamo non notare la somiglianza anche fonetica fra Janus (Giano) e Joannes (Giovanni)!

Per la serie: se non puoi vincerle (le tradizioni, i culti, etc.) fattele amiche, cioè trasformale ed adattale….

Al proposito, non dimentichiamoci tutti i culti celtici e druidici legati al solstizio. A Stonehenge ci sarà una folla ancor oggi per il Solstizio! E poi, per le tradizioni nordiche, proprio il 24 giugno corrisponde al giorno di Mezzestate.

Come ricorda anche William Shakespeare nella celebre commedia ”Sogno di una notte di mezza estate” in cui si raccontano gli amori e gli incanti di boschi abitati da fauni e fate.

E la notte del 24 è una notte magica in cui avvengono prodigi e meraviglie!

Si organizzano veglie e riti un po’ dappertutto. La regola è che per difendersi dagli spiriti maligni si dovessero usare fiori ed erbe.

Tra queste, la più potente delle erbe scaccia-maligno era proprio l’Erba di San Giovanni con una valenza divinatoria, allucinogena oserei dire.

Quest’erba, ancor oggi usata, è l’Hypericum perforatum, una pianta perenne alta una cinquantina di centimetri con fiori gialli.

La leggenda cristiana vuole che l’iperico fosse nato dal sangue di San Giovanni e che le sue foglie perforate fossero legate al diavolo che voleva distruggerla trafiggendola.

Dalle foglie se ne ricava una sostanza, l’iperico, appunto, simile all’incenso che, bruciato, doveva servire a scacciare i diavoli. Da qui il nome di “Fugademonum”.

Forse un fondamento scientifico lo possiamo trovare nel fatto che l’ipericina (il principio attivo dell’iperico) ha una nota azione antidepressiva.

Ancora, la notte di san Giovanni è legata al noce, al Sabba, alle Streghe che volavano in cielo per radunarsi sotto il grande noce di Benevento, forse perché i frutti del noce vengono raccolti, tuttora, in questa notte, ancora acerbi, per preparare il nostro “nocino”, liquore con pretese di virtù magiche (oltre che gradevolissimo ed utile per la digestione).

E dall’antica credenza che in questa notte il Sole (fuoco) si sposasse con la Luna (acqua) derivano tutti i riti sull’accensione dei falò e sulla rugiada da raccogliere all’alba. D’altronde gli attributi di San Giovanni sono proprio il fuoco e l’acqua, con la quale battezzava.

Tantissimi sono i riti legati a questa notte, si bruciano pupazzi, come per bruciare la figura della malasorte e delle avversità; si faceva passare il bestiame tra il fumo dei falò per togliergli tutte le malattie; saltando il fuoco possiamo essere sicuri di non soffrire di dolori renali; alla mattina del 24 giugno bisogna girare tre volte intorno alla cenere dei falò e passarsela sui capelli per allontanare tutti i mali.

Ancora, la rugiada della mattina di San Giovanni, come già detto, avrebbe il potere di purificare e di fecondare.

Per avere molti figli, una donna doveva stendersi nuda, o rotolarsi, nell’erba bagnata. E questo valeva anche per il desiderio di avere bei capelli.

La prima acqua del mattino del 24 giugno manteneva una buona vista, mentre fare un bagno all’alba in mare preservava dai dolori reumatici (questa mi sembra un po’ esagerata…)

E quest’acqua aumenterebbe la fertilità.

D’altronde Giugno è ancora il mese più gettonato per i matrimoni e i Compari e le Comari di matrimonio vengono ancora oggi chiamati “Compari e Comari di San Giovanni”.

 

Ed ora, visto che avete apprezzato i miei accostamenti musicali (d’altronde la musica è l’armonia delle stelle….):

Maestro: Musica!

E che potevo proporVi oggi……

Dai che è facile!

Solstizio….  Sol Stat…..Sole che sta, ma dove?

Sta ‘Nfronte a Te!

La scelta non poteva capitare che su “‘O Sole mio”!

Scelta facile e scontata, direte…. ma penso che tante cosucce forse non le sapete!

O Sole mio è una canzone in lingua napoletana pubblicata nel 1898 ed è stata incisa in tutte le lingue da cantanti di tutto il mondo.

Gli autori sono Giovanni Capurro per i versi ed Eduardo Di Capua per la musica.

 

    Giovanni Capurro              Eduardo Di Capua

Giornalista delle pagine culturali del “Roma” di Napoli, Giovanni Capurro nel 1898 scrisse i versi della canzone e ne affidò la parte musicale a Eduardo Di Capua che già aveva composto pietre miliari come Maria MarìI’ te vurria vasa’Torna Maggio.

Eduardo Di Capua in quel tempo si trovava a Odessa, in Ucraina, insieme al padre Giacobbe che era violinista in una piccola orchestra.

La canzone, contrariamente a quanto si possa pensare, non è stata scritta a Napoli per omaggiarne il suo Sole, ma sembra proprio che sia stata ispirata da una splendida alba sul Mar Nero, magari pensando nostalgicamente al Sole di Napoli!!!

Ma la Musa ispiratrice sembra sia stata la nobildonna del novarese Anna Maria Vignati-Mazza detta “Nina”, sposa del Senatore Giorgio Arcoleo, che fu vincitrice del primo concorso di bellezza svoltosi a Napoli!

Successivamente il brano venne poi lanciato a Napoli in un concorso musicale promosso dall’editore Bideri e non ottenne, come sempre succede in questi casi, un grande successo, anzi arrivò secondo.

Ma si riscattò prontamente e si diffuse sempre di più, anche all’estero diventando un vero e proprio patrimonio della musica mondiale.

Nonostante la sua enorme diffusione ‘O Sole mio non fruttò molto ai suoi due autori che morirono tra gli stenti negli anni dieci.

Infatti, Eduardo Di Capua rimase vedovo a 31 anni con due figli e per sopravvivere farà il pianista nelle sale cinematografiche. (All’epoca si usava accompagnare al piano, dal vivo, la proiezione dei primi film muti). Alla sua morte, avvenuta nel 1917, sembra che il suo pianoforte sia stato addirittura venduto per pagare i vecchi debiti lasciati insoluti. Giovanni Capurro sarà altrettanto sfortunato e morirà tre anni più tardi in condizioni di estrema indigenza senza neanche la soddisfazione di veder riconosciute le sue eccelse doti poetiche.

E’ da segnalare, invece, che l’editore musicale Bideri, proprietaria dei diritti, continua a percepire le royalties sul brano perché quest’ultimo non è ancora diventato di pubblico dominio.

Infatti, nonostante sia ormai passato più di un secolo dalla pubblicazione del brano e siano passati i canonici 70 anni dalla morte di Capurro e Di Capua è successo che nel 2002 un tribunale di Torino ha riconosciuto un certo Alfredo Mazzucchi, che è deceduto nel 1972, come coautore della melodia! Pertanto il brano rimarrà sotto copyright fino al 2042, cioè fino a 70 anni dalla morte di quest’altro coautore……..

Che fortuna per gli aventi diritto!!

Come curiosità Vi segnalo che nel 1920, alle Olimpiadi di Anversa, durante la premiazione del marciatore milanese Ugo Frigerio, alla presenza del Re Alberto del Belgio, la banda che doverosamente doveva eseguire l’inno italiano del vincitore non trovasse più lo spartito dell’ufficiale “Marcia Reale” e il direttore, non sapendo come cavarsela, si risolse facendo suonare proprio ‘O Sole mio visto che tutti la conoscevano a memoria. L’esecuzione venne seguita e cantata da tutti gli spettatori dello stadio!!!

Cantata dai più grandi artisti, forse la più memorabile interpretazione è quella di Enrico Caruso, ma ne esistono versioni delle più varie, in tutti i ritmi e salse!

I più grandi cantanti e musicisti si sono cimentati con ‘O Sole mio!

Tra le più famose interpretazioni c’è quella rockeggiante di Elvis Presley, col titolo inglese di It’s Now or Never, ma già incisa dell’attore e cantante Tony Martin. Va segnalato che il disco di Presley fu  pubblicato nel settembre del 1960 e vendette ben dieci milioni di copie, risultando così il disco più venduto in tutta la carriera di “Elvis The Pelvis” (soprannominato così per il movimento pelvico che esibiva largamente nei suoi concerti e che mandava in visibilio le sue fans).

Segnaliamo che Al Bano nel 2002 ne incide una versione duettando virtualmente con Enrico Caruso.

Ancora ricordiamo Giuni Russo (2004), Dalida (1960) e Claudio Villa (1964).

Una versione precedente ad Elvis è quella di Haley and His Comets che nel 1957 incisero la versione Come rock with me.

Per ultimo anche Pino Daniele nel 2006 ha reinterpretato la versione di Elvis Presley.

Ed ora passiamo all’ascolto!

Non poteva mancare Enrico Caruso da ascoltare all’indirizzo:

https://www.youtube.com/watch?v=5wer9lqOImI

E Beniamino Gigli:

http://www.youtube.com/watch?v=4QG0HK1CTMQ

Ed ora Elvis:

http://www.youtube.com/watch?v=4M3R3CEZ_mI&list=RD4M3R3CEZ_mI&index=1

Ma anche Bill Haley And His Comets con Come Rock With Me:

https://www.youtube.com/watch?v=ZTL0poERbb0

Ma guardate cosa riesce a fare Louis Prima con ‘O Sole mio (Love of my life) dopo un normale inizio da anni 50, sentitela tutta:

https://www.youtube.com/watch?v=ZrRwRG6E53M

I Tre Tenori nel 1994 come si divertono:

http://www.youtube.com/watch?v=ERD4CbBDNI0

Claudio Villa:

http://www.youtube.com/watch?v=Sq0pbblRHp0

Bryan Adams e Luciano Pavarotti:

http://www.youtube.com/watch?v=5a0juQ0aeGI

La raffinata voce e il ricamo alla chitarra di Roberto Murolo:

http://www.youtube.com/watch?v=rCN4MYd25CA

Poteva mancare Mina con una versione a fil di voce?:

http://www.youtube.com/watch?v=-45EVG4yw94

Massimo Ranieri:

http://www.youtube.com/watch?v=LjZ1KjxDx58

ed un giovanissimo Massimo Ranieri insieme agli Shomen:

http://www.youtube.com/watch?v=XMcaULcYCb8

Pure Angelo Branduardi:

http://www.youtube.com/watch?v=bYtV-7Zk5lo

Bruce Springsteen (che è di origini campane!!!) a Napoli:

http://www.youtube.com/watch?v=X-NYkLOguTM

Renato Carosone e il suo pianoforte in un live del 1980:

https://www.youtube.com/watch?v=xx5xIIqfTNE

Pino Daniele:

http://www.youtube.com/watch?v=AYp3O9EkPn4

Tra le ultime incisioni, anche i giovanissimi de Il Volo, i 3 nuovi giovani tenori:

http://www.youtube.com/watch?v=HbZvz0pXV48

Elton John a Piazza Plebiscito l’11 settembre 2009 (io c’ero!):

http://www.youtube.com/watch?v=5Lgvzx4LAxc

Mi fermo perché l’elenco sarebbe lunghissimo!!!!

Alla prossima e guardate sempre in alto!

Ciao!

Raffaele D’Arco

Lello per Voi Amici
dottore@raffaeledarco.it
Castellammare di Stabia (NA)
ITALY
www.raffaeledarco.it

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